Biat’a lor che v’andranno! Crisaulo Io non ricerco
i tuoi travagli. Dimmi se facesti
di quella mia. Artemona Si, si. Lasciami dire.
Da poi ch’io ti trovai v’ho messo mano;
e ’l di dopo, in bel modo, feci a Lucia,
ridendo, cenno di voler parlarli.
Ella non s’è mostrata in alcun modo
né di qua né di lá, che sta in sul savio
per amor de la madre; ma dimane
la coglierò in soquadro, se crepasse.
Voglio tre o quattro de le tuoi camicie
piú belle per lavarle; e con degli altri
panni le stenderò ne la sua ^altana.
E lascia che a la prima non li parlo,
che farò qualche ben. Crisaulo Non ti dico altro
se non che quanto mai ce n’è bisogno:
che so ben come sto. Fa’ di servirmi
e serviti di me. Artemona Ti vo’ contare.
Quella farina, ch’è forse otto giorni
che mi mandasti a casa, il mio figliuolo,
quel maritato, venne, non ier l’altro,
quand’io non era in casa, e se la prese
dicendo che n’ha piú di me bisogno.
Ond’io son senza; e, per trattare or questa
tua impresa, non lavoro o faccio niente;
e cosí non guadagno: onde conviene
alfin ch’io stenti. Di darti fastidio
a me ne incresce. Abbimi per iscusa
che ’l bisogno mi fa forse far quello
che non feci mai piú. Crisaulo Basta. T’ho inteso.
Timaro, fa’ portare a questa donna,