a me, se non a caso; e, per quai metti,
o qual mio fallo, mi sei si crudele?
Ci debbe esser di nuovo qualche amante
che ti de’ tór di mente la mia fede,
l’amor, la servitú che tanto tempo
hai visto in me. Fronesia Chi sento giú? È Filocrate.
Ma con chi parla? Filocrate Prego che mi dica
la cagion del tuo indugio perché dentro
giá ’ncominciava a sentir tanto sdegno
che forse anco avrei preso de’ partiti.
Non vo’ dire altro. Fronesia Odi. Costui vaneggia.
Oh! Va’, che tu m’hai pien del tuo cervello.
Parla con l’aere. Filocrate Tu non mi rispondi,
Lucia? A chi dico? E’ non sta però bene
far tanto strazio di chi sai che t’ama
piú che la vita propria. Aimè, che torto!
Lucia, ti prego, attende a quel ch’io dico.
Non mi lasciare andar cosí istasera
beffato a casa, ch’io ti do mia fede
che te ne pentirai. Fronesia Oh! co! co! Parla
a una testaccia, che v’ho steso sopra
un fassoletto. Filocrate Aspetto ancora alquanto,
se ti muove piata. Fronesia Puoi aspettare.
Chi nasce matto non guarisce mai.
Il mal tuo non è a lune. Filocrate Dch! Se mai
ti venne in cuor del mio lungo servire
poco ricognosciuto e de la fede
e di quanto per te giá mai soffersi