di mia moiera. Egghi negotta ancora
che sia per ti? Orgilla Si ben che c’è; quell’asina
di tua mogliera. Eparo Mò non g’ho di quella
a far negotta é, che l’è del suoccio.
Li faccio ben le spese e la somezo
e la governo ancor; ma l’è di lui.
Maidò, non g’ho da fare é. Orgilla O cappachione,
si vede pur che sei nato villano,
e’ hai piú dura la pelle de la testa
e de la fronte che non han le bestie.
Vo’ farti scorto. Eparo E perché? Non ti intendo,
se Dio m’aida. Orgilla Perché spuntar fuora
non ti posson le corna de la testa.
E pur sei becco. Eparo Parla ch’io t’intenda;
che non son becchi ne’ nossi paesi,
se non quegghi che ammontan le bestiuole.
I galli e le galline ancora l’hanno;
ma non l’ho é. Orgilla Ascolta, anima mia.
Che vuol dir che tu sei si grossolano?
Vo’ che tu venga a girarmi l’arrosto
di qua in cucina. Eparo E che tanto cianciare
e berlingar? Dimmi se vuoi covelle,
che vo’ spazzar la ca’. Orgilla Possi morire,
se tu vedesti mai camicia a donna.
Bufalo, e ’n questo mondo a che sei buono?
Va’, sta pur con le capre. Eparo Vagghi ti;