Crisaulo Ti vo’ spezzar quella testa balorda.
Chi te l’avea commesso? Timaro Oh gramo a me! Crisaulo S’io vi ritorno... Timaro Oimei, che ho rotto gli ossi!
Morrò in duo di. Pilastrino Oh! co! Non piú, Crisaulo.
Oh! co! Crepo di rise. Gli farai
smaltire i sughi, con quelle sopposte
che gli hai fatto nel viso da sedere.
Cosí si smuove il corpo ai manigoldi
che vogliono, a dispetto del padrone,
far massarizia: ma la medicina
non vai niente, se non si continova
piú d’una volta il giorno. To’, poltrone!
Come fa il morto! Crisaulo Corre e va’ riportali.
E di tua bocca di’ che t’ho punito
di tanta villania: se non, con altro
la farem che con calci. Timaro Ben, messere.
Che ti possa esser mozza quella gamba,
prima ch’io ti riveggia! Pilastrino O va’ pur via.
So che ti sentirai di quelli schiaffi,
per otto giorni almeno, a cavalcare.
Se avessi istaman fatto colazione,
non avrei si goduto. O guarda dove
si truova esser condotto un gentiluomo!
Che lasci ogni anno cento pezzi d’oro
per non dar luogo agli spirti che sempre
biasmano altrui; ed or, per quattro soldi,
avrá dato da dire a tutta piazza,
quest’ignorante. Ma che! Non importa:
perché sei cognosciuto da ciascuno
per l’uom che sei.