entrare in nozze come una donzella
(cosa da empir di risa gli orinali)
insieme con la figlia, eh ’oramai
creggio che senta tentationem carnis.
State attenti, vi prego, senza strepito;
che qui non vi si chiede né danari
né altro che vi debba dispiacere.
Un’altra volta comandate a noi.
ÌOra questa è la cena: io volli dire
la scena. E questo intorno è ’1 Coliseo
dove sedete. Chi è stato a Roma
sa quel ch’egli è... Oh come mi rodeva!
Una rogna canina! Ma tacete.
Ecco il vecchio. Ei vien via col suo portante.
Oh che cera d’amante! O dio Cupido,
hai pur poca faccenda a travagliarti
con simil manigoldi! Se non pare
il Testamento vecchio e l’Imprincipio!
Parla con seco istesso. Sarà forza
legarlo, inanzi agosto, a la senese.
Voglio udir ciò ch’ei dice, qui da canto.
Or di’ su, mestolon, cancar ti venga!