ogni cosa, m’aveggo che il galantuomo aveva fatto assegnamento adosso alla fante, e però gli pareva mill’anni di levarsi la moglie dinanzi. Non vi dico se mi gonfiò lo stommaco vedendo che colui faceva sí poca stima della moglie giovane e bella, per andar dietro a una fante: e, s’io avessi potuto, l’arei confinato in una cucina a succiar broda e a leccare strofinacci, poi che n’è si giotto; e starebbe, la state, molto bene a questi tali. Basta che poi si scusano con dire: «Ogni cosa è me’ che moglie». Mi partii di quivi, mezzo sdegnato con lui; e, giunto in un’altra casa, truovo la moglie e il marito che facevano un gran contendere insieme. Ella piangeva, e voleva pur venir alla veglia, e diceva al marito: — Se voi non volevi che io v’andassi, bisognava dirlo prima e non mi lassar promettere. Voi volete pure che ognuno sappia chi voi sète, che maladetto sia il punto e l’ora che io mi maritai! cosi poteva io farmi monaca, se non ho mai a avere un piacere come l’altre. — Ben, be’ — rispondeva il marito geloso, — veglie, ch? veglie, ch? Se tu volessi bene al tuo marito, tu non ti cureresti d’andarvi. Tu non sai bene quel che si fa a queste veglie. Statti, statti in casa meco; e sará molto meglio che andar notticon tutta notte. — Dch sí, lasciatemi andare — soggiugneva ella: — alle veglie si va una volta l’anno, e vaccene tante de l’altre: avete voi paura ch’io non sie mangiata? — Che belle parole! che vuol dir mangiata, cervellinuzza? — disse il geloso. — Oh! sta’ costi, e non mi romper piú la testa. — Io messi mano a un legno, con animo di dargli venticinque bastonate per fargli uscire la gelosia del capo: ma pensai poi che fusse meglio lasciarne far la vendetta a lei, che, se sará savia, com’io credo, lo fará esser geloso di qualcosa. E forse che ci mancano e’ giovani sfaccendati, in questa cittá! E’ gli fará il dovere al dappochello: gli è ben vero che la gelosia non vien da altro che da dappocaggine. Anda’mene in un altro luogo: e trovai che la padrona si aveva messo il brigante in casa e, per non venire alla veglia, dava ad intendere al marito che un suo bambino, o bambina che si fusse, si sentiva male; e, per farlo piangere, non restava di pizzicarlo, talché ’l poverino né con lusinghe né con altro si rachetava. Onde ella diceva: — Vedi, marito mio, io non voglio lasciare questo povero bambino a guardia di fante e non son per venire alla veglia altrimenti. Ma facciam cosi: vavvi tu, acciò che non paia che noi faccián poca stima di chi ci ha invitati. — Il buono uomo, per non sentir quel pianto tutta notte, e non sapendo come potessi giovare al figliuolo, si usci di