Otello (Boito)/Atto secondo/Scena terza
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Arrigo Boito - Otello (1887)
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Jago e Otello
- JAGO
- simulando di non aver visto Otello e fingendo di parlare fra sè
- Ciò m’accora.
- OTELLO
- Che parli?
- JAGO
- Nulla … voi qui? una vana
- voce m’uscì dal labbro …
- OTELLO
- Colui che s’allontana
- dalla mia sposa, è Cassio?
- JAGO
- Cassio? No …quei si scosse
- come un reo nel vedervi.
- OTELLO
- Credo che Cassio ei fosse.
- JAGO
- Mio signore…
- OTELLO
- Che brami?
- JAGO
- Cassio, nei primi dì del vostro amor,
- Desdemona non conosceva?
- OTELLO
- Sì.
- Perchè fai tale inchiesta?
- JAGO
- Il mio pensiero è vago d’ubbie,
- non di malizia.
- OTELLO
- Di’ il tuo pensiero, Jago.
- JAGO
- Vi confidaste a Cassio?
- OTELLO
- Spesso un mio dono o un cenno
- portava alla mia sposa.
- JAGO
- Dassenno?
- OTELLO
- Si, dassenno.
- Nol credi onesto?
- JAGO
- imitando Otello
- Onesto?
- OTELLO
- Che ascondi nel tuo core?
- JAGO
- Che ascondo in cor, signore?
- OTELLO
- "Che ascondo in cor, signore?"
- Pel cielo, tu sei l’eco dei detti miei, nel chiostro
- dell’anima ricetti qualche terribil mostro.
- Sì,
- declamato
- ben t’udii poc’anzi mormorar: "Ciò m’accora."
- Ma di che t’accoravi? Nomini Cassio e allora
- tu corrughi la fronte. Suvvia, parla, se m’ami.
- JAGO
- Voi sapete ch’io v’amo.
- OTELLO
- Dunque senza velami
- t’esprimi, e senza ambagi.
- T’esca fuor dalla gola
- il tuo più rio pensiero colla più ria parola.
- JAGO
- S’anco teneste in mano tutta l’anima mia
- nol sapreste.
- OTELLO
- Ah!
- JAGO
- avvicinandosi molto ad Otello e sottovoce
- Temete, signor, la gelosia!
- è un’idra fosca, livida, cieca, col suo veleno
- sè stessa attosca, vivida piaga le squarcia il seno.
- OTELLO
- Miseria mia! No! il vano sospettar nulla giova.
- Pria del dubbio l’indagine, dopo il dubbio la prova,
- dopo la prova (Otello ha sue leggi supreme),
- amore e gelosia vadan dispersi insieme!
- JAGO
- Un tal proposto spezza di mie labbra il suggello.
- JAGO
- Non parlo ancor di prova, pur, generoso Otello,
- vigilate. . .soventi le oneste e ben create
- coscienze non vedono la frode:
- sottovoce
- vigilate.
- Scrutate le parole di Desdemona, un detto
- può ricondur la fede, può affermare il sospetto.
- VOCI LONTANO
- Dove guardi splendono
- raggi, avvampan cuori,
- dove passi scendono
- nuvole di fiori.
- Qui fra gigli e rose,
- come a un casto altare,
- padri, bimbi, spose
- vengono a cantar.
Si vede ricomparire Desdemona nel giardino, dalla vasta apertura del fondo: essa è circondata da donne dell’isola, da fanciulle, da marinai cipriotti e albanesi che si avanzano e le offrono fiori e rami fioriti ed altri doni. Alcuni s’accompagnano, cantando, sulla guzla (una specie di Mandòla), altri hanno delle piccole arpe ad armascollo
- JAGO
- Eccola... vigilate.
Una parte del Coro in scena; uniti a questa vi sarrano dei figuranti con Mandolini, Chitarre e Cornamuse. L’altra parte resterà dietro la tela, unitamente ai suonatori di Mandolini, Chittare e Cornamuse
- VOCI
- Dove guardi splendono
- raggi, avvampan cuori,
- dove passi scendono
- nuvole di fiori.
- Qui fra gigli e rose,
- come a un casto altare,
- padri, bimbi, spose
- vengono a cantar.
- FANCIULLI
- spargendo al suolo fiori di giglio
- T’offriamo il giglio soave stel
- che in man degl’angeli fu assunto in ciel,
- che abbella il fulgido manto
- e la gonna della Madonna
- e il santo vel.
- DONNE E MARINAI
- Mentre all’aura vola
- lieta la canzon,
- l’agile mandòla
- ne accompagna il suon.
- MARINAI
- offrendo a Desdemona dei monili di corallo e di perle
- A te le porpore, le perle e gli ostri,
- nella voragine còlti del mar.
- Vogliam Desdemona coi doni nostri
- come un’immagine sacra adornar.
- DONNE E FANCIULLI
- Mentre all’aura vola
- lieta la canzon,
- l’agile mandòla
- ne accompagna il suon.
- LE DONNE
- spargendo fronde e fiori
- A te la florida messe dai grembi
- spargiam al suolo, a nembi, a nembi.
- L’april circonda la sposa bionda
- d’un etra rorida che vibra al sol.
- FANCIULLI E MARINAI
- Mentre all’aura vola etc…
- TUTTI
- Dove guardi splendono raggi etc…
- DESDEMONA
- Splende il cielo, danza
- l’aura, olezza il fior.
- OTELLO
- Quel canto mi conquide.
- S’ella m’inganna, il ciel se stesso irride!
- JAGO
- Beltà ed amor in dolce inno concordi!
- I vostri infrangerò soavi accordi.
- DESDEMONA
- Gioia, amor, speranza
- cantan nel mio cor.
- CIPRIOTI
- Vivi felice! vivi felice!
- Addio. Qui regna Amor.
- OTELLO
- Quel canto mi conquide.