Osservazioni sullo stato attuale dell'Italia e sul suo avvenire/Al lettore
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AL LETTORE
Queste pagine non sarebbero state, me vivente, pubblicate, se avessi minor fiducia nella indulgenza e nella benevolenza de’ miei lettori. — Se le mie osservazioni sembrassero ad essi senza fondamento, male esposte, inopportune o superflue, essi non sospetteranno almeno la rettitudine delle mie intenzioni; e questa convinzione basta a confortarmi, ed a farmi incontrare con mente serena e con animo saldo qualunque critica, per acerba che sia.
Per la prima volta mi dirigo al pubblico nella mia lingua nativa, in un momento in cui essa è l’oggetto di sapienti discussioni e di ardui problemi. Su questo punto ancora debbo confidare nell’indulgenza di chi mi legge. Nell’esporre i miei pensieri mi prefissi soltanto di essere facilmente intesa. L’eleganza dello stile non è dote ch’io possegga, e non ho mai preteso di aspirare a questo vanto. — Scrivo perchè parmi di avere qualche cosa da dire, che possa per avventura riescire non inutile al mio paese. — Se tacessi perchè so di non parlare con linguaggio elegante e forbito, arrossirei di questa mia puerile vanità. — Se chi mi legge m’intende senza durar fatica, mi terrò per pienamente soddisfatta. — Se chi mi ha intesa rende giustizia alla rettitudine delle mie intenzioni, e mi perdona la illimitata ed assoluta schiettezza del mio dire, sarò sempre più convinta della bontà e della cortesia de’ miei compatriotti.