Il Sig. D. Ippolito da Este, Rever. Cardinal di Ferrara.
FEDERICO GRISONE.
S
ogliono, Illustrissimo & Reverendissimo Sig. mio, gli animi grandi allegramente abbracciare ogni opera conveniente a Guerra: onde avviene che il piu delle volte si arriva a maggior altezza. Per tanto conoscendo quanto V. S. Illustriss. & reverendiss. sia rara, & non solo dotata di animo grande, & di quanti doni si possono dalla Natura porgere, ma dedicatissima alla cavalleria (seguendo sempre i naturali costumi della sua Illustre & antichissima famiglia) mi risolvo fra tanti Principi, che oggidi sono al mondo, sceglier lei, & dedicarle questa operetta [p. ivmodifica]mia: che per esser quella un vero essempio d’ogni valore, so bene che le sarà cara, & leggendola spesso, le darà sentimento tale, che l’imperfettioni, che forse vi sono, saranno scacciate, come i piccioli nuvoli da impetuosi venti: che altramente, lasciando da parte le preghiere di quel generoso, & buon Cavaliero, il Signor Francesco Villa, che con ardentissimo zelo mi ha gran tempo a scriverla inanimato, a niun modo consentirei ch’ella uscisse a luce, così disarmata, a ricevere i colpi di questo & di quello. Et benche nel generale questa dottrina sia in man di gente bassa, non perciò mi sono sdegnato di ragionarne, & ho voluto dimostrarla, se non con la persona, con gli ordini scritti: & aiutarla sotto le ali, & l’ombra di quella, conoscendo che bene appartiene a qualunque principal Cavaliero, tentare con ogni forza di sollevarla, essendo virtù mirabile, & si vilmente oppressa: della quale, & Re, & huomini celebrati furono chiamati maestri, & per non toglierle il tempo alla gratia che mi farà di leggere, qui tacendo, inchinevolmente le bacio le sacratissime mani.