Opere minori (Ariosto)/Poesie latine/Liber secundus/Carmen I
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Ludovico Ariosto - Opere minori (1857)
Carmen I
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I.
AD ALPHONSUM FERRARIÆ DUCEM III.
Cum desperatâ fratrem languere salute,
Et nullâ redimi posse putaret ope;
Dîs vovet Hippolytus, getico duna currit ab orbe,
Manibus ipse suum, vivat ut ille, caput.1
Vota deos faciles habuere: Alphonsus ab orco
Eripitur, fratris fratre obeunte vices.
Morte tua, Pollux, redimis si Castora, munus
Accepturus idem das, nec obis, sed abis:
Quod dedit hic, nunquam accipiet, nec lusus inani
Spe reditus avidi limina Ditis adit.
Note
- ↑ Questa e la seguente sono, forse, le più adulatorie tra le poesie dettate dall’Ariosto; adulazione da attribuirsi non tanto a tenerezza verso il morto cardinale, quanto a desiderio d’ingraziarsi vie più col duca, che quel fratello avea caro, e padrone novello del poeta. Del rimanente, poco della malattia d’Alfonso, nulla del magnanimo zelo d’Ippolito ci dicono gli storiografi: il quale, tornato dall’Ungheria, infermò a Sabbioncello e morì veramente in Ferrara nel settembre del 1520Fonte/commento: correz. del trascrittore, fonte Wikipedia.