Opere minori (Ariosto)/Lettere/Lettera III

Lettera III

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III.1

Al marchese di Mantova.

Illustrissimo et eccellentissimo Signor mio.

Prima per il Melina, e poi per Tesondeo,2 me è stato fatto intendere che Vostra Eccellenza avería piacere de vedere un mio libro, al quale già molti dì, continuando la invenzione del conte Mateo Maria Bojardo, io diedi principio. Io, bono et deditissimo servidore di V. S., alla prima richiesta la averei satisfatta, et avuto di grafia che quella si fusse degnata legere le cose mie, s’el libro fusse stato in termine da poterlo mandare in man sua. Ma, oltre che il libro non sia limato nè fornito ancora, come quello che è grande et ha bisogno de grande opera, è ancora scritto per modo, con infinite chiose e liture,3 et trasportato de qua et de là, che fôra impossibile che altro che io lo legessi: et de questo la illustrissima signora Marchesana sua consorte me ne può far fede; alla quale, quando fu a questi giorni a Ferrara, io ne lessi un poco. Ma pur dispostissimo alli servizî di V. E., cercarò el più presto che mi serà possibile de far che ne veda almeno parte; et ne farò transcrivere, cominciando al principio, quelli quinterni che mi pareranno star manco male; et scritti che siano, li mandarò a V. S. Illustrissima. Alla quale umilmente mi raccomando.

Ferrara, 14 luglio 1512.

Deditissimo servo di V. S.
Lodovico Ariosto.


Fuori — Illustmo et Exmo principi el Dno meo Obsermo,
          Dom. Marchioni Mantuæ.
                                        Mantuæ.


Note

  1. Pubblicata la prima volta, a cura del conte Carlo d’Arco, nell’Appendice all’Archivio storico italiano, tom. II, pag. 316; e riprodotta da Antonenrico Mortara tra le Epistole di Lodovico Ariosto, di Giovan Giorgio Trissino, di Jacopo Sanazaro, di Veronica Gambara e di Bernardino Baldi, pubblicate per nozze Fadigati-Misioli; Casalmaggiore, 1852, pag. 13. La troviamo, insieme con la seguente del 6 giugno 1519 (num. V), riprodotta eziandio tra le Lettere inedite di alcuni illustri italiani, raccolte per altre nozze dal cav. Will. Braghirolli (Milano, Ripamonti-Carpano, 1856), pag. 15 e 16.
  2. Il Mortara legge: «per il Molino e poi per Ierondeo.»
  3. Osserva il signor Mortara, che di questa voce è nel Vocabolario un solo esempio del Castiglione.