Opere (Lorenzo de' Medici)/XVII. Rime varie o di dubbia autenticitá/VI. Canti carnascialeschi/Canto V.

V. Canto de’ calzolai.

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Canto de’ calzolai.


     A queste belle scarpe, alle pianelle!
Venite a comperar, donne e donzelle.
     Perché l’usiate questo carnovale,
fatte l’abbiamo, e di cuoio cotale,
che v’entreranno e non vi faran male;
benché sien strette, è gentile la pelle.
     Noi abbiam forme d’infinite sorte:
qual son piú lunghe e quali un po’ piú corte.
Perdonateci: egli è proprio una morte
potervi contentare, o donne belle.
     Quasi una forma, o piú o meno un dito,
serve a ciascuna che non ha marito;
ma, poi che seco una notte ha dormito,
bisognan maggior forme assai per quelle.
     Mettete, donne, un po’ qui su la mano
e stropicciate la schiena pian piano:
sentirete allargarle a mano a mano:
esser voglion cosí le buone pelle.
     Donne, noi vi darem le scarpe a prova,
e portatele al fango ed alla piova;
e, se del far con noi poi non vi giova,
sanza danari siensi vostre quelle.
     Deh! mettetevi queste un po’ da voi;
ma, se volete, v’aiuterem noi,
e sará ’l meglio; perché spesso poi
chi non fa piano fa crepar la pelle.
     E’ si può male inver sanza noi fare
la prima volta, chi vuol ben calzare;
perché bisogna una cert’arte usare,
la qual v’insegneremo, o donne belle.