Oi dolce mio marito Aldobrandino
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli (1920)/I. Rustico Filippi
XI
Apologia di una moglie onesta, vittima delle calunnie della gente.
Oi dolce mio marito Aldobrandino,
rimanda ormai il farso suo a Pilletto:
ch’egli è tanto cortese fante e tino,
4che creder non dèi ciò, che te n’è detto.
E non star tra la gente a capo chino,
che non se’ bozza, e fòtene disdetto;
ma, si come amorevole vicino,
8con noi venne a dormir nel nostro letto.
Rimanda il farso ormai, piú noi tenere,
ché mai non ci verrá oltre tua voglia,
11poi che n’ha conosciuto il tuo volere.
Nel nostro letto giá mai non si spoglia!
Tu non dovei gridare, anzi tacere:
14ch’a me non fece cosa, ond’io mi doglia.