Odo che pien d'insolito lamento
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VIII
ALLO STESSO.
Odo che pien d’insolito lamento
Piangendo il mio Castello inonda il petto,
E pur sospira Carlo il suo diletto,
4Sul fior de gli anni indegnamente spento.
Vesti piume volubili di vento
E conduciti, Musa, al suo cospetto;
Lui riconforta, e con alcun tuo detto,
8O Melpomene, tempra il suo tormento.
Ma se fresco dolor sì lo percote,
Ch’egli dal lagrimar non si scompagni,
11E pasca l’alma di cordoglio solo;
Tu su cetera mesta amare note
Rinnova, e seco sospirosa piagni,
14A cori amici vien comune il duolo.