Odi e inni/Inni/Il ritorno di Colombo
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IL RITORNO DI COLOMBO
Terra!... notturna, d’un tratto,
bandì dalle coffe una voce.
Vesti il mantello scarlatto,
solleva il vessillo e la croce,
tu che mettesti la prora
nel pallido occaso, e l’aurora
7seguì la tua scia!
Guarda: fu ieri: una canna
nuotava sul mare profondo:
oggi si cullano in panna
le navi su l’orlo d’un mondo,
Sorgi, Colombo: l’aurora
nel grande vestibolo indora
14la Santa Maria.
Scendi, o venuto col sole,
recando le sacre parole;
lascia la tolda cui lungo la via
brillarono incognite stelle;
vieni... — Oh! non è la tua Santa Maria!
20non sono le tre caravelle!... —
Terra!... Fu lunga la notte,
la notte fu scura e divina;
quando, tirate le scotte,
cantarono Salve Regina
gli esuli figli dell’Eva,
cui tutto all’intorno diceva:
27Domani! Domani!
Sotto le stelle, già rare,
fissavi la tenebra, o Loco!
Su l’anelare del mare
vedevi tu il guizzo d’un fuoco.
Era il tuo mondo che pace
chiedeva agitando una face
34con l’onde, sue mani.
Ora, non anche s’è stinta
la tenebra, e di su la Pinta
s’alza la voce... I due generi umani
s’incontrano sotto le stelle...
Terra!... — Oh! non è, non è più Guanahani!
40non sono le tre caravelle! —
TERRA!... — Sì, terra, sì. Tristo
risveglio! Dormivi: da secoli,
o portatore del Cristo,
dormivi; e giungeva a te l’eco
d’armi e di sferze; a te, presso
la tomba, il lor pianto sommesso
48piangeano gli schiavi.
Esule cenere muta,
non questo è l’arrivo: è il ritorno!
Dietro la poppa battuta
dall’onde, è la sera d’un giorno...
esule cenere mesta,
del giorno latino! Ed è questa
55la terra degli avi,
vecchia! È la notte del giorno
latino; è il fatale ritorno.
Quelle che stanche affaticano i cavi
là, sotto le solite stelle,
sono... d’acciaio?... le solite navi;
61non sono le tre caravelle! —