Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nell'annuale della fondazione di Roma
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Nell'annuale della fondazione di Roma
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NELL’ANNUALE
DELLA FONDAZIONE DI ROMA
Te redimito di fior purpurei
april te vide su ’l colle emergere
da ’l solco di Romolo torva
riguardante su i selvaggi piani:4
te dopo tanta forza di secoli
aprile irraggia, sublime, massima,
e il sole e l’Italia saluta
te, Flora di nostra gente, o Roma.8
Se al Campidoglio non piú la vergine
tacita sale dietro il pontefice
né piú per Via Sacra il trionfo
piega i quattro candidi cavalli,12
questa del Fòro tuo solitudine
ogni rumore vince, ogni gloria;
e tutto che al mondo è civile,
grande, augusto, egli è romano ancora.16
Salve, dea Roma! Chi disconósceti
cerchiato ha il senno di fredda tenebra,
e a lui nel reo cuore germoglia
torpida la selva di barbarie.20
Salve, dea Roma! Chinato a i ruderi
del Fòro, io seguo con dolci lacrime
e adoro i tuoi sparsi vestigi,
patria, diva, santa genitrice.24
Son cittadino per te d’Italia,
per te poeta, madre de i popoli,
che desti il tuo spirito al mondo,
che Italia improntasti di tua gloria.28
Ecco, a te questa, che tu di libere
genti facesti nome uno, Italia,
ritorna, e s’abbraccia al tuo petto,
affisa ne’ tuoi d’aquila occhi.32
E tu dal colle fatal pe ’l tacito
Fòro le braccia porgi marmoree,
a la figlia liberatrice
additando le colonne e gli archi:36
gli archi che nuovi trionfi aspettano
non piú di regi, non piú di cesari,
e non di catene attorcenti
braccia umane su gli eburnei carri;40
ma il tuo trionfo, popol d’Italia,
su l’età nera, su l’età barbara,
su i mostri onde tu con serena
giustizia farai franche le genti.44
O Italia, o Roma! quel giorno, placido
tonerà il cielo su ’l Fòro, e cantici
di gloria, di gloria, di gloria
correran per l’infinito azzurro.48