O dipintor gentile, o buon maestro
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SOPRA L’AMICA SUA
O dipintor gentile, o buon maestro
Dell’arte Rodiana,
Pingi, benchè lontana,
Com’io t’insegnerò, l’amica mia.
Pingi la chioma in pria
Morbida e nera, e fa (se l’arte il puote)
Che spiri ancor soavità d’unguenti:
Dalle chiome lucenti
Al sommo de le gote
Pingi la fronte candida e serena:
Tale lo spazio sia
Fra ’l doppio e nereggiante arco de’ cigli
Che lor confine si discerna appena.
Il vivo sguardo ferva
D’amorose faville;
Azzurre le pupille
Abbia, come Minerva,
Ed umidette, come Citerea.
Il dilicato naso, e le vivaci
Gote pingendo, crea
Misto color di fresche rose e gigli:
Spargi i labbri vermigli
De la dolcezza ingenua
Che vince l’alme, e invoglia a cari baci.
Nel ritondetto e tenero
Mento, e pel collo eburneo
La virtù delle Grazie
Soavemente pajasi diffusa.
Dell’altre membra la beltà sia chiusa
In porporine vesti;
Fa sì che ignudo resti
Di sua virginal carne
Quanto è mestieri a farne
Fede di quel che si convien celare.
Or basta: eccola, è dessa,
Io la ravviso, è dessa,
E già quasi sua voce udir mi pare.
M.