O caro indico germe, oh quai diporti
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Questo testo fa parte della raccolta Bartolomeo Dotti
V
FUMANDO
O caro indico germe, oh quai diporti
trovo ne le tue foglie al mio dolore!
Ardi, e de l’alma mia tempri l’ardore;
fumi, e col fumo i miei sospir ten porti.
Or chi dirá che l’erba non apporti
medicina salubre al mal d’amore,
se da te solo i lenitivi ha il core,
e da’ tuoi suffumigi ho i miei conforti?
Sventura è ben ch’a la mia piaga acerba
fumo che spiro e foglia che consumo
lieve e caduco il refrigerio serba.
Cosí, misero, quando aver presumo
del mio ristoro la speranza in erba,
con l’erba va la mia speranza in fumo.