Novellino/XCIV
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La volpe andando per un bosco sì trovò un mulo: e mai non n’avea più veduti. Ebbe grande paura e fuggì; e, così fuggendo, trovoe il lupo e disse come avea trovata una novissima bestia e non sapea suo nome. Il lupo disse:
«Andianvi».
Furono giunti a lui. Al lupo parve vie più nuova. La volpe il domandò di suo nome. Il mulo rispuose:
«Certo io non l’ho bene a mente; ma, se tu sai leggere, io l’ho iscritto nel piè diritto di dietro».
La volpe rispose:
«Lassa, ch’io non so leggere! Ché molto lo saprei volentieri».
Rispuose il lupo:
«Lascia fare a me, che molto lo so ben fare».
Il mulo sì li mostrò il piede dritto, sì che li chiovi pareano lettere. Disse il lupo:
«Io non le veggio bene».
Rispose il mulo:
«Fatti più presso, però che sono minute».
Il lupo si fece sotto e guardava fiso. Il mulo trasse e dielli un calcio tale, che l’uccise. Allora la volpe se n’andò e disse:
«Ogne uomo che sa lettera non è savio».