Novellino/Prologo
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Quando lo Nostro Signore Gesù Cristo parlava umanamente con noi, in fra l’altre sue parole ne disse che dell’abondanza del cuore parla la lingua. Voi c’avete i cuori gentili e nobili in fra li altri, acconciate le vostre menti e le vostre parole nel piacere di Dio, parlando, onorando e temendo e laudando quel Signore Nostro, che n’amò prima che Elli ne criasse e prima che noi medesimi ci amassimo. E se in alcuna parte, non dispiacendo a lui, si può parlare per rallegrare il corpo e sovenire e sostentare, facciasi con più onestade e con più cortesia che fare si puote.
Et acciò che li nobili e ’ gentili sono nel parlare e nell’opere molte volte quasi com’uno specchio appo i minori — acciò che il loro parlare è più gradito però che esce di più dilicato stormento —, facciamo qui memoria d’alquanti fiori di parlare, di belle cortesie e di belli risposi e di belle valentie, di belli donari e di belli amori, secondo che per lo tempo passato hanno fatto già molti. E chi avrà cuore nobile et intelligenzia sottile, si li potrà simigliare per lo tempo che verrà per innanzi et argomentare e dire e raccontare (in quelle parti dove avranno luogo), a prode et a piacere di coloro che non sanno e disiderano di sapere.
E se i fiori che proporremo fossero mischiati intra molte altre parole, non vi dispiaccia: ché ’l nero è ornamento dell’oro, e per un frutto nobile e dilicato piace talora tutto un orto, e per pochi belli fiori tutto un giardino. Non gravi a’ leggitori che sono stati molti che sono vivuti grande lunghezza di tempo et in vita loro hanno appena tanto: un bel parlare, overo una cosa, da mettere in conto fra i buoni.