Novellino/LXXIII
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Il Soldano, avendo mestiere di moneta, fo consigliato che cogliesse cagione ad uno ricco giudeo ch’era in sua terra, e poi gli togliesse il mobile suo, ch’era grande oltra numero. Il Soldano mandò per questo giudeo e domandollo qual fosse la migliore fede, pensando:
«S’elli dirà la giudea, io dirò ch’elli pecca contra la mia; e se dirà la saracina, et io dirò: «Dunque, perché tieni la giudea?».
E’l Giudeo, udendo la domanda del signore, rispuose così:
«Messere, elli fu un padre ch’avea tre figliuoli et avea un suo anello con una pietra preziosa, la migliore del mondo. Questi figliuoli, ciascuno pregava il padre ch’alla sua fine li lasciasse questo anello; e il padre, vedendo che catuno il volea, mandò per un fino orafo e disse:
»Maestro, fammi due anella così a punto come questo, e metti in ciascuno una pietra che asomigli aquesta«.
Lo maestro fece l’anella così a punto, che niuno conoscea il fine, altro che ’l padre. Mandò per li figliuoli ad uno ad uno, et a catuno diede il suo in secreto, e catuno si credette avere il fine: e niuno ne sapea il vero, altri che ’l padre loro. E così è delle fedi, messere: le fedi sono tre: il Padre che·lle diede sa la migliore, e li figliuoli (ciò siamo noi), ciascuno la si crede avere buona».
Allora il Soldano, udendo costui così riscuotersi, non seppe che si dire di coglierli cagioni: sì lo lasciò andare.