Novellette ed esempi morali (Bernardino da Siena)/Lo spaventapasseri
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LO SPAVENTAPASSERI
Avete voi mai veduto quando si seminano e’ poponi; meglio quando si semina il grano; o ora al tempo de’ fichi, che vi si pongono gli sparavicchi? Sai, colà in sul campo del grano, elli pigliano uno sacco e empienlo di paglia, perché non vi vadano le cornacchie. E su questo sacco si pone una zucca, che paia la testa d’uno uomo, e fasseli le braccia, e pongoli uno balestro in mano, teso che par che vogli balestrare a le cornacchie. E le cornacchie so’ maliziose, e’ vanno volando in qua e in là; e vedendo questo uomo, temono di non esser morte; e cosí stanno tutto il dí senza pizzicare. Tornanvi poi l’altro dí, e veggonlo a quello medesimo modo; anco stanno cosí insino la sera, senza arrischiarsi a pizzicare nel seminato; e anco pur volendo pizzicare, vi tornano l’altra mattina, e trovanlo a quel medesimo modo che gli altri dí; e vedendo che elli non si muove punto, cominciano a volare in terra pur di lònga, e a poco a poco si cominciano approssimare a questa zucca, e talvolta le vanno apresso apresso, pur con paura però. Talvolta, quando so’ cosí apresso, elli trarrà un poco di vento che ’l farà rimanere: come il vegono cosí muovare, tutte fuggono via per paura. Poi vedendo che elli non fa altro atto, pure ritornano a mangiare, e vannoli poi anco piú presso che non avevano fatto prima. Aviene talvolta, come so’ una piú ardita che un’altra, che gli vanno insino apresso apresso, e vedendo che non si muove, si mette a volare e volagli in sul balestro, e vedendo che non si move lui e non scrocca il balestro, non ha paura di nulla; e cosí assicurata, gli va in sul capo, e pisciali in capo. A proposito. Sai che vo’ dire? Io vo’ dire che talvolta fa cosí uno rettore, il quale va a fare l’uffizio nel quale elli è eletto, e lui non è atto, che è uno zero. Elli manda il bando, che niuno biastemmi Iddio, che non si vadi di notte, che non si giuochi, che non si porti arme, che non si dica villania l’uno a l’altro. E cosí mandato il bando, vanno facendo la cerca di dí e di notte colla sua birraria, e talvolta truovano chi va di notte, e chi gioca, e chi biastemmia Iddio; sarà menato alla signoria per far’ lo pagare la pena. Subito giognarà uno al rettore: “O missere, io vi prego e vi domando una grazia. Voi avete il tale, il quale fu trovato di notte; io vi prego che voi gli faciate grazia per mio amore.” “Oh!” dice il rettore, “gli statuti dicono sí, e sí: oh! non udí elli il bando? Non sa egli i costumi?” Dice colui: “Oh, egli è usanza di mandare il bando, e cosí anco è usanza di fare di queste tali grazie.” Elli appena il sa disdire, e cosí il lassa. Cosí d’uno che biastemmi; simile, d’uno che faccia una mèschia; e cosí a poco a poco si lassa giudicare a le preghiere di chi vuole le grazie. Sai che ti dico? Tu se’ misero zero, e non avrai mai onore, che eglino faranno tanto vedendo la tua condizione, che infine si faranno beffe di te, e pisciarannoti in capo. Sicut unus; e hai il zero. O uffiziali, doh! mirate che non vi sia pisciato in capo.