Novellette e racconti/XIII. Ladro scoperto in una chiesa

XIII.
Ladro scoperto in una chiesa

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Ladro scoperto in una chiesa
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Ladro scoperto in una chiesa.


Ho stanca la mano e la penna a scrivere di ladronecci; e già avea deliberato fra me di non far più parola di siffatte ribalderie. Ma una persona a cui è accaduto un certo caso a questi dì, mi raccomanda ch’io lo dica; e così farò per compiacerle. Una signora di molto spirito e di mente vigorosa, conosciuta in Vinegia per una delle più valenti levatrici e che fa l’arte sua non solo per pratica, ma con buoni fondamenti e scienza di notomia, aggiunta a molta prudenza, trovavasi pochi giorni fa in una chiesa. Aveva inginocchiato appresso un uomo che a giudicarlo dal buon vestito, (cosa che si suol fare quasi universalmente) parea di buona condizione, e confermava la sua bontà la molta divozione ch’egli mostrava, stralunando gli occhi ora vôlti alla terra e ora al cielo, e nel continuo movimento delle labbra. Ma mentre ch’egli avea la mente intrinsicata nelle contemplazioni, non badando a custodire una delle sue mani, questa pianamente gli fuggì e s’introdusse furtivamente nella scarsella della signora, la quale, avvedutasi dell’atto, fu presta a piombarvi sopra con una delle sue e a ghermire la forestiera, stretta come una tanaglia, e a ficcare ad un tratto gli occhi addosso al suo vicino. Egli contorcendosi e dimenandosi quanto potea, cercava di uscire di prigione, ed ella all’incontro pur salda; senza parlare nè l’uno nè l’altra. Finalmente, come più nerboruto, vinse il maschio e si sbrigò; ma nel dibattersi gli uscì di dito un buon anello e rimase in tasca alla levatrice, onde a questa volta il ladro fece come i pifferi di montagna, che andò per suonare e fu suonato.