Luigi Ferretti

Luigi Morandi Indice:Ferretti - Centoventi sonetti in dialetto romanesco.pdf Nonna disperata Intestazione 7 febbraio 2023 75% Da definire

Lui Er servitore a spasso
Questo testo fa parte della raccolta Centoventi sonetti in dialetto romanesco


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CXII.

NONNA DISPERATA.


     Nu’ me dì gnente, làsseme stà sola,
Làsseme piagne in pace, Annamaria;
Sì, sto a pensà a quer povero Nicola,
Che me tieneva sempre compagnia.

     Ogni matina, quann’annava a scola,
Lui me diceva: «Svérta, nonna mia:
Ajuteme a infilà la camiciola...1
Io l’ajutavo, e lui subbito, via.

     Stava sempre co’ me, povero fijo!
Si se2 trattava de fàmm’un piacere,
Sarebbe curso lui magara3 un mijo.

     Io nun ciavévo ar monno antro che questo!
E mo dimanno a Dio tutte le sere,
Che me consoli e m’ariccoji4 presto.



  1. La camiciola, propriamente, era quella giacchettina corta corta, che arrivava appena alla cintura, e che un tempo (press’a poco fino al 1847) tutti i popolani di Roma portavano, buttata per lo più sulle spalle, con una fascia di vivo colore ai fianchi, e i calzoni a campana, stretti al ginocchio e larghi ai piedi, e la tuba di rat musqué color caffè e latte con pelo lungo e sempre arruffato apposta. Ma ora, andata affatto in disuso la vera camiciola, il nome è rimasto a significare, come qui, giacchetta in generale.
  2. Se si.
  3. Magari, anche.
  4. Mi raccolga.