Non posso proferir quant'ho voglienza
Questo testo è incompleto. |
a cura di Guido Zaccagnini, Amos Parducci
XIII secolo
Questo testo fa parte della raccolta Rimatori siculo-toscani del Dugento
XXII
Ha la graziosa immagine di madonna fissa sempre in cuore.
Non posso proferir quant’ho voglienza
di te sempre servir, mia gentil cosa,
per ciò ch’appena pò pensar mi’ intenza
quanto tu’ amore in meve prende posa
Amor s’è priso in me sovrapotenza,
e sua virtù che par forsi nascosa,
ha la figura di tua gran piagenza
formata nel mi’ core si graziosa,
che se ’l sol pare, over che ’l sia nascosa,
se corro u poso, — ovonque io sempre sia,
tua forma nel mi’ cor piagente sguardo.
E quando te vedo, lasso, non oso,
né veder posso; miro, in fede mia,
dentro al mio core, ove io te porto e guardo.