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Giovanni Pascoli - Myricae (1891)
Tristezze - Il tuono
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E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
5e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s’udì, di madre, e il moto di una culla.