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Giovanni Pascoli - Myricae (1891)
Tristezze - Dalla spiaggia
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XIII
i
C’è sopra il mare tutto abbonacciato
il tremolare quasi d’una maglia:
in fondo in fondo un ermo colonnato,
4nivee colonne d’un candor che abbaglia:
una rovina bianca e solitaria,
là dove azzurra è l’acqua come l’aria:
il mare nella calma dell’estate
8ne canta tra le sue larghe sorsate.
ii
O bianco tempio che credei vedere
nel chiaro giorno, dove sei vanito?
Due barche stanno immobilmente nere,
12due barche in panna in mezzo all’infinito.
E le due barche sembrano due bare
smarrite in mezzo all’infinito mare;
e piano il mare scivola alla riva
16e ne sospira nella calma estiva.