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Giovanni Pascoli - Myricae (1891)
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II
— Sospira e piange, e bagna le lenzuola
la bella figlia, quando rifà il letto, —
tale alcuno comincia un suo rispetto:
4trema nell’aurea notte ogni parola;
e sfiora i bossi, quasi arguta spola,
l’aura con un bruire esile e schietto:
— e si rimira il suo candido petto,
8e le rincresce avere a dormir sola. —
Solo, là dalla siepe, è il casolare;
nel casolare sta la bianca figlia;
11la bianca figlia il puro ciel rimira.
Lo vuole, a stella a stella, essa contare;
ma il ciel cammina, e la brezza bisbiglia,
14e quegli canta, e il cuor piange e sospira.