Myricae/Placido
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PLACIDO
Io dissi a quel vecchio, «Dove?» Io
cercava un fanciullo mio buono,
smarrito: il mio Placido: mio!
Cercavo quelli occhi (... un cipresso?)
5co’ quali chiedeva perdono
di vivere, d’esserci anch’esso.
Cercavo. Ero giunto. Era quello
per certo il paese azzurrino
suo: monti, una selva, un castello,
10poi monti: più su, San Marino.
Nel chiuso (... una croce?) noi soli
tre s’era: non c’era altro fiore
che l’oro di due girasoli.
Nel chiuso non c’era altra voce,
15rammento, che il cupo stridore
d’un fuco ronzante a una croce;
e qualche fruscìo di virgulto
al passo del vecchio, che aveva
le chiavi; e d’un tratto, un singulto
20di lei: di Maria, che piangeva.
E in fine, guardandosi attorno,
«Qui» disse quell’uomo. A Sogliano
la torre sonò mezzogiorno.
Stridevano gli usci, i camini
25fumavano tutti: lontano
s’udiva un vocìo di bambini.
E lui? «Qui» mi disse: «non vede?»
Io vidi: tra il grigio becchino
e noi, vidi un nero, al mio piede,
30di terra ah! scavata il mattino!