Milione/74
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De la città di Giandu
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Quando l’uomo è partito di questa cittade e cavalca 3 giornate, sí si truova una cittade ch’è chiamata Giandu, la quale fee fare lo Grande Kane che regna, Coblai Kane. E àe fatto fare in questa città uno palagio di marmo e d’altre ricche pietre; le sale e le camere sono tutte dorate e è molto bellissimo marivigliosamente. E atorno a questo palagio è uno muro ch’è grande 15 miglia, e quivi àe fiumi e fontane e prati assai. E quivi tiene lo Grande Kane di molte fatte bestie, cioè cerbi, dani e cavriuoli, per dare mangiare a’ gerfalchi e a’ falconi ch’egli tiene in muda: in quello lugo egli v’à bene 200 gerfalchi. Egli medesimo vuole andare bene una volta ogne settimana (a vedere). E piú volte quando ’l Grande Kane vae per questo prato murato, porta uno leopardo in sulla groppa del cavallo; e quando egli vuole fare pigliare alcuna di queste bestie, lascia andare lo leopardo, e ’l leopardo la piglia e falla dare agli suoi gerfalchi ch’egli tiene in muda; e questo fae per suo diletto.
Sappiate che ’l Grande Kane àe fatto fare in mezzo di questo prato uno palagio di canne, ma è tutto dentro innorato, e è lavorato molto sottilemente a besti’ e a uccegli innorat[i]. La copertura è di canne, vernicata e comessa sí bene che acqua non vi puote intrare. Sappiate che quelle canne sono grosse piú di 3 palmi o 4, e sono lunghe (da) 10 passi infino in 15; e tagliansi al nodo e per lungo, e sono fatte come tegoli, sicché se può bene coprire la casa. E àl fatto fare sí ordinatamente ch’egli lo fa disfare quando egli vuole, e fallo sostenere a piú di 200 corde di seta.
E sappiate che tre mesi dell’anno vi stae in questo palagio lo Grande Kane, cioè giugno, luglio, agosto, e questo fae perché v’è caldo. E questi tre mesi questo palagio sta fatto, gli altri mesi dell’anno istà disfatto e riposo; e puollo fare e disfare a suo volere. E quando egli viene a’ 28 die d’agosto, lo Grande Kane si parte di questo palagio; e diròvi la cagione.
Egli è vero ch’egli àe una generazione di cavagli bianchi e di giumente bianche come neve, senza niuno altro colore - e sono in quantità bene di 10.000 giumente -, e lo latte di queste giumente bianche no può bere niuno se non di schiatta emperiale. Ben è un’altra generazioni di gente chiamata Oriat, che ne possono bere, ché Cinghi Kane gli diede quella grazia per una battaglia che vinsero co lui jadis. E quando queste bestie vanno pascendo, gli è fatto tanto onore, che no è sí grande barone che passasse per queste bestie, per no scioperalle del pascere. E gli stronomi e gl’idoli ànno detto al Grande Kane che di questo latte si dee versare ogn’anno a’ 28 die d’agosto per l’aria e per la terra, acciò che gli spiriti e gl’idoli n’abbiano a bere la loro parte, acciò che gli salvino loro famiglie, uccegli e ogne loro cosa.
E quando si parte lo Grande Kane e va a un altro luogo. E sí vi dirò una maraviglia ch’io avea dimenticata, che quando ’l Grande Kane è in questo palagio e egli viene uno male tempo, egli àe astronomi e incantatori, e fa[nno] che ’l male tempo non viene in sul suo palagio. E questi savi uomini son chiamati Tebot, e sanno piú d’arti di diavoli che tutta l’altra gente, e fanno credere a le genti che questo aviene per santità. E questa gente medesima ch’io v’ò detto ànno una tale usanza, che quando alcuno uomo è morto per la segnoria, eglino lo fanno cuocere e màngiallo, m[a] non se morisse di sua morte.
È sono sí grandi incantatori che, quando ’l Grande Kane mangia in su la maestra sala, e gli coppi pieni di vino o di latte o d’altre loro bevande, che sono dall’altro capo della sala, sí gli fanno venire sanza ch’altri gli tocchi, e vegnono dinanzi al Grande Kane; e questo vede bene 10.000 persone, e questo è vero senza menzogna, e questo ben si puote fare per nigromanzia.
E quando viene niuna festa di niuno idolo, egli vanno al Grande Kane, e fannosi dare cotanti montoni e legno aloe e altre cose per fare onore a quello idolo, perciò che si salvi lo suo corpo e le sue cose. E quando questi incantatori ànno fatto questo, fanno grande afummata dinanzi agl’idoli di buone ispezie, con grandi canti. Poscia ànno questa carne cotta di questi montoni, e’ póngolla dinanzi all’idolo e versano lo brodo quae e làe, e dicono che gl’idoli ne piglino quello che egli vogliono. E in cotale maniera fanno onore agl’idoli lo dí della loro festa, ché ciascuno idolo à propia festa, come ànno gli nostri santi.
Egli ànno badie e monisteri, e sí vi dico che v’à una piccola città ch’àe uno monistero che v’àe entro piú di 2.000 monaci, e vestonsi piú onestamente che tutta l’altra gente. Egli fanno le magiori feste agli idoli del mondo, co li magiori canti e cogli magiori luminari.
Ancora v’àe un’altra maniera di rilegiosi, che fanno cosí aspra vita com’io vi conterò. Egli mai no mangiano altro che crusca di grano, e fannola istare in molle nell’acqua calda uno poco, e poscia la menano e màngialla. Quasi tutto l’anno digiunano; e molti idoli ànno e molto stanno in orazione, e tale volta adorano lo fuoco. E quelle altre regole dicono di costoro che digiunano che sono paterini. Altra maniera v’à di monaci che pigliano moglie e ànno figliuoli asai; e questi vestono di (altre) vestimenta dagli altri, sicché vi dico insomma grande differenza à da l’una a l’altra e in vita e in vestiri.
E di questi v’àe che tutti loro idoli ànno nome di femine.
Or ci partiremo di qui, e conteròvi del grandissimo segnore di tutti li Tartari, cioè lo nobile Grande Kane, che Coblain è chiamato.