Milione/110
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De la città di Quegianfu
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Quando l’uomo si parte de la città di [Cac]ianfu, ch’è detto di sopra, l’uomo cavalca 8 giornate per ponente, tuttavia trovando castelle e cittadi di grandi mercatantie e d’arti, e begli giardini e case. A(n)cor vi dico che tutta la contrada è piena di gelsi. La ge(n)te sono idoli. Quiv’àe cacciagioni e uccellagioni assai.
Quando l’uomo à cavalcato queste 8 giornate, l’uono truova la nobile città di Quegianfu, la quale è nobile e grande, e è capo del reame di Quegianfu, che anticamente fue buono reame e potente. Aguale n’è signore il figliuolo del Grande Sire, che Mangala è chiamato, e àe corona.
Questa terra è di grandi mercatantie, e èvi molte gioe; quivi si lavora drappi d’oro e di seta di molte maniere, e di tutti fornimenti da oste.
Egli ànno di tutte cose che a uomo bisogna per vivere in grande abondanza, e per grande mercato. La villa è a ponente, e sono tutti idoli. E di fuori de la terra è ’l palagio di Mangala re, ch’è cosí bello com’io vi dirò. Egli è in uno grande piano, ov’è fium’e lago e padule e fontane assai. Egli à d’atorno un muro che gira bene 5 miglie, e è tutto merlato e bene fatto; e in mezzo di questo muro è il palagio, sí bello e sí grande che non si potrebbe meglio divisare; egli à molte belle sale e belle camere tutte dipinte ad oro battuto. Questo Mangala mantiene bene suo reame in grande giustia e ragione, e è molto amato. Quivi è grandi solazzi di cacciare.
Or ci partiremo di qui, e conteròvi d’una provincia ch’è molto nelle montagne, e à nome Cuncum.