Mediterranea
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Mediterranea
Parla poco l’amico e quel poco è diverso.
Val la pena incontrarlo un mattino di vento?
Di noi due uno, all’alba, ha lasciato una donna.
Si potrebbe discorrere del vento umidiccio,
della calma o di qualche passante, guardando la strada;
ma nessuno comincia. L’amico è lontano
e a fumare non pensa. Non guarda.
Fumava
anche il negro, un mattino, che insieme vedemmo
fisso, in piedi, nell’angolo a bere quel vino
— fuori il mare aspettava. Ma il rosso del vino
e la nuvola vaga non erano suoi:
non pensava ai sapori. Neanche il mattino
non pareva un mattino di quelli dell’alba;
era un giorno monotono fuori dei giorni
per il negro. L’idea di una terra lontana
gli faceva da sfondo. Ma lui non quadrava.
C’era donne per strada e una luce piú fresca,
e il sentore del mare correva le vie.
Noi, nemmeno le donne o girare: bastava
star seduti e ascoltare la vita e pensare che il mare
era là, sotto il sole ancor fresco di sonno.
Donne bianche passavano, nostre, sul negro
che nemmeno abbassava lo sguardo alle mani
troppo fosche, e nemmeno muoveva il respiro.
Avevamo lasciato una donna, e ogni cosa
sotto l’alba sapeva di nostro possesso:
calma, strade, e quel vino.
Stavolta i passanti
mi distraggono e piú non ricordo l’amico
che nel vento bagnato si è messo a fumare,
ma non pare che goda.
Tra poco mi chiede:
Lo ricordi quel negro che fumava e beveva?