Massime di perfezione cristiana/Lezione III
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SULLA SECONDA MASSIMA, CHE È:
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1. Il primo deiderio che viene figliato nel cuore del Cristiano da quel supremo della giustizia, si è quello dell’incremento e della gloria della Chiesa di Gesù Cristo.
Chi desidera la giustizia, desidera tutta la possibil gloria di Dio, desidera ogni cosa qualunque che a Dio sia cara. Ora il Cristiano sa per fede, che tutte le compiacenze del Padre celeste sono riposte nell’unigenito suo Figliuolo Gesù Cristo; e sa che le compiacenze dell’unigenito Figliuolo Gesù Cristo sono riposte ne’ fedeli suoi, che formano il suo regno.
2. Non può adunque il Cristiano giammai sbagliare, quando si propone tutta la santa Chiesa per oggetto de’ suoi affetti, de’ suoi pensieri, de’ suoi desideri e delle sue azioni; perciocché egli sa di certo che la volontà di Dio è questa, che la Chiesa di Gesù Cristo sia il gran mezzo, pel quale venga pienamente glorificato il suo nome.
3. Il Cristiano può dubitare circa qualunque cosa particolare, se Iddio voglia o in questo o in quel modo farla strumento della sua gloria; ma riguardo a tutta la Chiesa di Gesù Cristo, egli non può dubitare, perciocché è certo che essa è stabilita sì come il grande strumento e il gran mezzo onde Egli sia glorificato innanzi a tutte le creature intelligenti.
4. Non potrebbe già assicurarsi in egual modo, quando si trattasse di una sola parte non essenziale al gran corpo della santa Chiesa. Egli dee dare i suoi affetti a tutta intera l’immacolata sposa di Gesù Cristo, ma non così a tutto ciò che potrebbe formarne una parte, e che Iddio non ha manifestato se veramente e stabilmente le appartenga: nessun mezzo insomma particolare, che pur considerato in se stesso potrebbe, se Dio volesse, essere mezzo della sua gloria, si dee da lui illimitatamente ed incondizionatamente amare; perciocché chi sa che quel mezzo Iddio nol rigetti forse da sé, essendo le sue vie occulte al pensare ed al vedere dell’uomo? Ma quando si tratta di tutta la Chiesa, non v’ha dubbio; essa da Lui fu eletta ad istrumento della sua gloria, senza possibilità alcuna di pentimento per tutto il corso dell’interminabile eternità. Se duenque il Cristiano che si propone di secondare la sua vocazione e seguire la perfezione, non ha tolto a far altro che a cercare in tutte le cose la gloria di Gesù Cristo, la sua professione consiste per necessaria conseguenza nell’occupare le sue forze a servire unicamente alla santa Chiesa: a questa, in qualunque modo egli può, dee pensare, e per questa desiderare di logorar le sue forze, e di versare il suo sangue, ad imitazione di Gesù Cristo e de’ martiri.
5. La santa Chiesa di Gesù Cristo si divide in quella parte che è nello stato di via quaggiù in terra, e in quella che è nello stato di termine in cielo, ovvero a questo termine è prossima nel purgatorio. Egli sa che tutte e tre queste parti della Chiesa durano fino a che dura questa terra, e la Chiesa trionfante, eternamente; perciocché sono elette tutte e tre a strumento e sede della gloria di Dio in Gesù Cristo, che n’è capo e governatore. Tutte e tre adunque si debbono dal Cristiano, membro di una società così augusta, in Gesù Cristo illimitatamente amare, desiderando di spargere per esse i sudori ed il sangue.
6. Egli sa per le parole di Gesù, che la Chiesa che si ritrova nello stato di via quaggiù in terra, è fondata sopra una pietra, contro alla quale non possono prevalere le forze dell’inferno: cioè sopra il capo degli Apostoli S. Pietro, e sopra i Pontefici Romani suoi successori, supremi Vicari in terra di Gesù Cristo. Conoscendo adunque per divina rivelazione, che questa sede fu scelta per beneplacito del divin fondatore, in modo ch’ella non può giammai venir meno; si può dire ch’ella, per sì fatta elezione, sia diventata la parte essenziale della Chiesa di Gesù Cristo; mentre tutte le altre parti della medesima non possono considerarsi che come accidentali; poiché non è stata data infallibil promessa che esse non debbano, singolarmente prese, per qualche tempo perire. Adunque il Cristiano dovrà nutrire in se stesso un affetto, un attaccamento, ed un rispetto senza limite alcuno per la santa Sede del Pontefice Romano; senza limite alcuno dovrà amare e procacciare la vera e santa gloria, l’onoranza, e la prosperità di questa parte essenziale della immacolata sposa di Gesù Cristo.
7. Per ciò poi che spetta a quella porzione della santa Chiesa, che è già pervenuta nello stato di termine, dovrà il Cristiano fedele continuamente vagheggiarla, siccome quella parte che ha già il suo perfetto incremento e la sua perfetta bellezza. Egli dee suscitare in se medesimo, e continuamente accrescere il desiderio che tuti i membri della Chiesa, o certo quanti sono fino dall’eternità predestinati a ciò ed eletti, giungano a quella consumata perfezione; ed in tal modo venga tutto il regno di Gesù Cristo, e si aggreghi tutto intorno a Lui, compiendo in cotal guisala sua gloria ed il suo trionfo per tutti isecoli de’ secoli. Poiché questo è il beneplacito della divina volontà, e ciò in cui Iddio stesso si compiacque ab aeterno; e perciò questo dee essere anche l’unico termine ai desideri del Cristiano, perché è il termine alla volontà di Dio.
8. Ma quel termine non può avvenire, senza che prima periscano tutte le cose della terra; senza ch’egli muoia, e che il suo corpo si converta in polvere; senza che tutto l’universo ultimamente si distrugga e si giudichi. Il Cristiano adunque desidererà anche questo; perché conosce che questo è il mezzo stabilito da Dio per conseguire la pienezza della divina gloria e il gran trionfo di Gesù. Come adunque egli dee aver sempre presente la celeste gloria, così pure egli dee aver sempre presente in tutte le sue operazioni la caducità di tutte l’altre cose, il loro repentino transito, e la morte, come mezzo all’ultimo celeste riposo.
9. Camminerà adunque in questa vita, come se ogni giorno dovesse abbandonar tutto, come se dovesse morire ad ogni istante, senza far per sé lunghi provvedimenti; ma tenendo quelle parole del divino Maestro nel suo cuore: «Sieno precinti i vostri lombi, e le lucerne ardenti nelle vostre mani; e voi siate simili a uomini che aspettano il lor signore quando se ne ritorna dalle nozze, acciocché venendo egli e picchiando, incontanente gli aprano. Beati quei servi, che, venendo il padrone, ritroverà vigilanti! In verità io vi dico, ch’egli si precingerà, e faralli adagiare, e trapassando ministrerà a loro. E sia ch’egli se ne venga nella seconda vigilia, o pure nella terza vigilia, e così li trovi, beati sono quei servi! Sappiate poi questo, che se il padre di famiglia sapesse in qual ora sia per venire il ladro, vigilerebbe certamente, e non lascierebbe perforare la sua casa. Anche voi state apparati, perciocché in quell’ora che men vi credete, il Figliuolo dell’uomo verrà» (Lc 12, 35-40).