Lo sfregio/Atto unico/Scena 9.ª
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SCENA 9.ª
Detti e Tore
Tore
Non le toccare un capello, chè ti uccido! T’ammazzo!...
Maddalena
(gittando le braccia al collo di Tore lo bacia) Grazie!
Tore
(Pentito dall’operato) Vattene, e non mettere più piede qui, che ti potrebbe cogliere disgrazia.
Maddalena
Ah! Tore! Tore! ora mi scacci, hai fatto come Pilato, che prima cercò aiutare nostro Signore, e poi si lavò le mani.
Tore
Se ti ho difeso è stato solo perchè sono amico di tuo fratello, e con lui non ci voglio aver che fare.
Maddalena
(addolorato) Solo per questo?
Nannina
Ma te ne vai si o no? (mettendo mano alla saccoccia)
Tore
(afferrandogli il braccio). Che vuoi fare?
Nannina
(a Maddalena) Ora la potreste finire.
Maddalena
Me ne vado, sì, me ne vado, ma ricordati Tore, che ti ho voluto bene e che... (esce).
Gennarino
Tore, quando non avete che fare vi dovrei pregare una parola.
Tore
A me? Anche due (si mettono a parlare sotto voce).
Ciabattino
(che è stato tutto il tempo della scena ad udire) L’acqua s’intorbida... che brutta tempesta si prepara. (prende la cesta sotto il braccio e va via)
Gennarino
Va bene, ti conosco per poter mentire. Qui la mano. Siamo amici più di prima.
Tore
Alle donne non bisogna mai credere: sono loro che ci mettono il coltello tra le mani e ci precipitano nella galera.
Nannina
Dimmi, quella donna ha dei diritti su te? È la tua amante? Negalo! (con ira)
Tore
Ma no! (con canzonatura).
Nannina
Si, è l’amante del cuore, mentre io ti servo nelle ore di piacere.... Io ti lascio il largo, e questa sera ti prego non avvicinarti alla mia casa, che troveresti il posto occupato.
Tore
Non lo dire neppure per ischerzo, perchè ti cavo l’anima (con minaccia).