4. Nelle terre del Prete Giovanni

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Passati che noi fumo queste ventiquattro giornate, lodamo Iddio, e venimo in uno reame di mori, il quale si chiama Moscadone; e il re aveva nome Macometto, ed è sugietto del Prete Giovanni. E il paese è molto buono, e favisi di molto zuchero e grande quantità di carne.

E passando più avanti sette giornate, arivamo in un altro reame pure di mori; e chiamasi lo reame di Melcifolo, e lo re aveva nome Balaba, sugetto al detto Prete; e sono gienti bestiali.

E passando più inanzi nove giornate, arivamo in uno reame, che si chiama reame di Froco. Ed è bello reame; ed ènne re uno moro molto magnifico, ed à nome Istaniso, ed è sugetto del Prete Giovanni. Questo reame è molto dovizioso, che si truova molto gengiovo verde; ed è uno dimestico reame, ed èvi molte frutte, è molto bene lavorato. E sapiate che dall’uno reame a l’altro sono di molte ville e di castella, che per abbreviare nolle dico.

E passando più inanzi dodici giornate, entramo in uno magnifico reame, e chiamasi Pensaremelo. E il re à nome Giorgio, ed è cristiano e parente del Prete Giovanni; e dicono ch’è della stirpa di Davit, ed è uomo ardito e molto gagliardo di sua persona, ed à fatte molte guerre a’ Giudei d’Isdrael, quando non vogliono pagare il trebuto al Prete Giovanni. Questo reame è pieno di frutte; e infra gl’altri v’è un frutto come uno cederno, e al gusto sa di sette sapori di frutte; e per la quantità di questo frutto sì v’è una quantità grande di gatti mammoni. Questo re va a caccia a questi gatti, perché non guastino il paese, come si va di qua alle lepre.