2. Da Gerusalemme al monte Sinai

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Andamo in Gerusalem, e vicitamo tutti quelli santi lati, come più chiaramente ancora vi conterò.

E di poi avemo uno torcimanno e certi camelli, i quali ci portarono a Santa Caterina nel Monte Sinai, che sono sedici giornate. E giunti che fumo a Santa Caterina, vedemo quello suo santo corpo, che istà in una cassa molto ornata. El capo suo era separato dal corpo, e niente di meno istava tutto in una cassa; e della mano manca le manca uno dito, e il detto dito è in Trebusonda pe’ reliqua.

E perché siate bene informati, lo detto Monte Sinai è a modo d’una rena; e nella sommità di questo monte è una capanna, nella quale parlò Moisè con Idio, e quivi gli dette la legge nelle due tavole scritte; e sotto questa capanna è un’aqua che corre via.

E nel detto monte, nel mezo, è una capella, nella quale v’è drento il corpo di questa santa vergine; e alla detta capella sono dodici caloìni, che ognuno di loro tiene una chiave della casa, dove istà questo beato corpo. Sapiate ch’e’ caloìni al nostro modo sono romiti, che no ma[n]giono mai carne, e sono della fede greca.

E drento a questa beata capella è una lanpana grande, e per divina potenza arde sempre, e mai non vi manca mai olio, e sempre dì e notte istà accesa.

E a piè di questo monte è una villa di buoni vuomini lavoratori; e sono cristiani che pagono grande trebuto al soldano di Banbillonia; e li detti romiti vivono di limosine.