<dc:title> Libro per la sera della domenica </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Sergio Corazzini</dc:creator><dc:date>1906</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Libro_per_la_sera_della_domenica/L%27ultimo_sogno&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20160322155906</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Libro_per_la_sera_della_domenica/L%27ultimo_sogno&oldid=-20160322155906
Libro per la sera della domenica - L'ultimo sogno Sergio Corazzini1906
Io sono giunto alla città
nel mezzo del bosco.
Batto alla porta, nessuno domanda,
batto a tutte le porte 5della città muta; non odo
che fontane cantare
canzoni senza ritornelli
a la Monotonia.
Io grido: «non saprò 10domani tornare
per la stessa via!
Sono un fanciullo bianco
ed è fiorita per i miei capelli
una ghirlanda! 15Le mie piccole mani sono pure
come quelle dei santi di cera;
amo le creature
non so che una povera preghiera».
Le fontane cantano sempre 20nella città muta dei sogni.
Io mi allontano
e la mia veste bianca
se la dividono i rovi,
e la mia ghirlanda s’è mutata 25in una corona di spine,
le mie piccole mani sanguinano
senza fine
e l’anima è triste come
li occhi 30di un agnello che sia per morire.
E le fontane cantano
dietro le bianche porte.
Ah! sono io dunque colui
che non dormirà più 35che non sognerà più
fino alla morte?