Libro di sentenze/Salamone

Salamone

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David re Pamfilo
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salamone.

Più vale sapienza, che tutte ricchezze; e niuna cosa amata può essere comparata a lei.

Se tu vuogli avere prudenza, sia uno in tutt’i luoghi; non ti muovere per la varietà delle cose.

Guarda lo tuo cuore in tutte le guardie.

Chi s’impaccia dell'altrui quistioni, è somigliante a colui che piglia il cane per l'orecchie.

Colui che non può constrignere il suo spirito in parlando, è somigliante alla città ch’è tutta aperta, e non ha dintorno neuno muro.

Tre maniere d’uomini ebbe in odio l'anima mia: lo povero superbo, Io ricco bugiardo, lo vecchio pazzo.

Chi non sa tacere, non sa parlare.

Poni freno alla tua bocca, e li tuoi denti siano redine; e colui è prossimano a Dio, che sa tacere per ragione.

Chi guarda la sua bocca, guarda la sua anima; chi non considera gli suo’ detti, sentirà male.

Lo ladro è piò da lodare, che colui ch’è stolto di mente.

Consenti alla verità, odi chi la dica; tu a uno altro, uno altro a te.

Io ti priego, Iddio, di due cose; che vanità e parole di menzogna siano di lungi da me.

La molle risponsione dirompe l'ira, e la dura parola fa cruccio.1

L’uomo ch’è accostumato di dire parole di rimbrotti2 non se ne correggerà in tutto lo tempo della sua vita. [p. 34 modifica] Chi dà sentenza d’altrui, tosto udirà la sua.

Abbi amore e pace con molti, ma consigliere uno di mille.

Non è maggiore diletto, che quello del cuore.

Meglio è abitare in una terra diserta, che colla femina niquitosa.3

Fa’ tutte le cose con4 consiglio, e non te ne pentirai.

Dispregia queste cose, che risprendono di fuori, e rallegrati di te.

L’uomo savio ha prezioso spirito.

Meglio vale uno buono uomo, che cento malvagi.

Male alla terra che ha giovane Re; ma non fa forza s'egli è giovane di tempo e vecchio di sennò e di virtù.

Servo non debba essere signore, né avere signoria sopra a’ prenzi.

Lo malvagio è preso per le sue iniquità, e ciascuno e lieto, s'egli è punito de’ suoi peccati.

Gli tuoi occhi vadano dinanzi agli tuoi piedi, e lo tuo consiglio vada dinanzi alle tue opere.

Per tutte le tue possessioni procaccia sapienza, ch’è più preziosa che nullo tesoro.

Non credere già al tuo antico nimico, che per tutto ch’egli s’aumili, nol fa per amore, anzi per prendere quello che non poteva avere dinanzi.

Nelle orecchie del folle non dire parole; ch’egli dispregia lo insegnamento della tua parlatura.

Se 'l savio matteggia5 col folle, o ch’egli si crucci;6 o ch’egli rida, non troverà riposo; e lo folle non riceve lo detto del senno, se tu non dici quello che gli piaccia.

Le femine sanno celare quello ch’elle non sanno.

Quando tu vedi l'uomo ratto parlare, sappi che in lui è più follia che senno. [p. 35 modifica] Non vidi anche piggiore7 cosa sotto lo sole, che l'avere lo quale è guadagnalo in tormento del suo signore.

Colai ch’è argomentoso in tutte le su’ opere, starà dinanzi al Re, e non tra 1 minuto popolo.

Temperanza e fortezza mettono l’uomo nel sedio della giustizia.

L’oziosità ammaestra l'uomo di molto male.

Nell’anima malvagia non entra sapienza, e non abita nel corpo sottoposto a’ peccati.

Di’ poco e fa’ assai; di’ bene, perciò che ’l molto dire non è sanza peccato.

Guarda come parli, che in tale luogo entra la parola che non v’entra il coltello.

Le parole bene ordinale, sono fiatoni di mele, dolzore dell’anima, e sanità dell’ossa.

Egli è tempo di parlare, e tempo di tacere; tanto taci che le tue parole fiano udite.

La morte e la vita è nella lingua dell’uomo.

Chi non ha prudenza, distrugge lo suo tesoro.

Sapienza non sarà già trovata neUa terra di coloro che vivono dilettevolemente.

Più onorevole cosa è, che tu ti dogli di sete, che d’ebrezza.

Non guatare8 la mala femina, e non udire femina cantare, e chiudi le tue orecchie, e non ascoltar la lingua malvagia.

Ogni9 sapienza viene dal nostro Signore Iddio.

La mano del forte acquista ricchezze, e tutti i paurosi sono in povertà.

Non rispondere allo stolto, secondo la sua stoltizia; che non sia10 fatto a lui simigliante.

La mano del forte ha signorie, e la mano del vile istà all’altrui mercè. [p. 36 modifica] Con ogni guardia servi al tuo cuore.

Dinanzi alla sentenza apparecchia la giustizia.

Tesoro né malizia non giovano niente,11 ma la giustizia difenderà di morte.

Giustizia è perpetuale, sanza morte.

Fa’ le tue eose con umiltà, e sarai amato da molti.

Chi dispregia lo suo amico, è di povera virtù.

Sempre ama colui che t’è amico.

Lo fratello, che è aiutato dallo fratello, è come una ferma città.

Sapienzia è madre del buon amore.

L’animo del savio uomo non si conturba nell'avversità.

Mantieni fede al tuo amico in sua povertà.

Non essere amico all’uomo corruttibile.

Dov’è orgoglio, viene cruccio e odio.

Ciascuno regno, ch’è diviso in se medesimo, sarà distrutto.

Cupidità di degnità ha constretti molti uomini di diventare falsi.

Gli meriti di coloro che servono, non montano quanto gli diservigi.

Lo folle disidera tutto tempo quello che gli torna a danno.12

Amate la giustizia, voi, che giudicate la terra.

Combattete per la giustizia infino alla morte.

La giustizia inalza i bisognosi.

Sia lieto che tu dispiacci a’ malvagi uomini; e quando dicono male di te, sappi ch’ell’è tua loda.

Non ti dolere di coloro, che non riconoscono lo servigio ch’è loro fatto, perché fanno torto a loro medesimi, e non a te.

La bellezza delle virtù sormonta lo sole e la luna. [p. 37 modifica] Sappiate che coloro non sono già virtuosi che somigliano d’esserlo.13

Non è neuno maggior diletto come di mettere la tua anima per lo tuo buono amico.

Ma colui è virtuoso ch’è buono nel suo cuore.

Perciò il savio stabilisce tutte le cose dentro da sé.

La volontà non debba14 già essere donna sopra la ragione, perciò che ella è sua ancilla.15

Niuna cosa è cosi poco avvenente16 a coloro che sono già sì avanzati, come disperarsi di venire a buono fine.

Gli onori e le signorie fanno l'uomo manifesto.

Non desiderare d’avere signoria, se tu non se’ savio e sufficiente ad essa.

L’anima si rallegra della virtù, sì come di suo frutto, e attristasi de’ vizìi che sono contro a lei.

L’uomo debba essere chiamato gentile per le gentili opere di virtù.

Lo tuo secreto, del quale non ti debbi consigliare, nol dire ad altri uomo vivente.

Non gastigare17 l’uomo folle, che te n’odiarà,18 ma gastiga lo savio, et amarattene.

Guadagno che viene con mal nome, non è buono, e meglio è di spendere che laidamente guadagnare.

Lo leale amico è medicina di vita.

L’uomo amabile in compagnia, sarà più amato, e più amico che fratello.

Tanto sono gli vizii più saputi, quanto colui che pecca è maggiore.

Non dire al tuo amico: Va’, e torna domani.

Bene avventurato19 è chi truova il suo amico.

Chi non sa amare sé, non sa amare altrui. [p. 38 modifica]

Là dove la carità dell’amore è cessata, tutta la letizia della vita è morta.

Colui si mette molto sotto i piei, che troppo agramente si vendica. Del vendicare doventa l’uomo troppo folle.

Chi non perdona a sé, come perdonerà agli altri?

In molto parlare non viene meno peccato.

Ninna cosa può essere detta in questo inondo buona nè ria, se non come lo tempo la dà.

Lo Re che non è litterato è quasi asino coronato.

Lo Re savio è fermamento del popolo.

L’amico mio starà fra le mie polpe.

La dottrina dell’uomo per sua pazienzia si conosce.

Tra gli savii non avere ardire di parlare.

Chi ama le ricchezze, non prenderà frutto di loro.

Lo mutolo per dolore molte piggiori co’se pensa.

Chi bene s’infigne, più tosto al nemico nuoce.

Chi cela peccato, chiede amistà.

Sepolto sia appresso a te lo sermone, lo quale tu udirai.

Chi gastiga l’uomo, maggiormente grazia appresso a lui trovarà,20 che quegli che ingannano colla lingua.

L’uomo che parla con infinte parole al suo amico, rete tende ai suoi piedi.

Meglio è buono nome, che molte ricchezze.

La vostra temperanza sia manifesta a tutti gli uomini.

La buona grazia è sopra oro et argento.

Dinanzi alla vergogna passarà21 la grazia.

Nell’andare, e nel vestire, e nel ridere si giudica l’essere dell’uomo.

Note

  1. Il T.P. corruccio.
  2. Il T.P. rimprocci.
  3. Il T.P. nequitosa.
  4. Il T.P. cum.
  5. Il T.P. tenciona.
  6. Il T.P. curucci.
  7. Il T.P. peggiore.
  8. Il T.P. mirare.
  9. Il T.P. ogne, così molte altre volte.
  10. Il T.P. sii, e così altre volte.
  11. Il T.P. neente.
  12. Il Ms. ha ad animo.
  13. Così in ambo i Codici.
  14. Il T.P. dee, e così sempre.
  15. Il T.P. ancella.
  16. Così il T.P. Il Ms. ha avente.
  17. Il T.P. castigare, e così altre volte.
  18. Cioè odierà, e così altre volte. Desinenza regolare, ma dismessa.
  19. Il T.P. avventuroso.
  20. Il T.P. appo lui troverà.
  21. Cioè passerà, V. nota 6, pag. 37.