Cato

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Ovidio Ysapo
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cato.

Non credere di te più che a te medesimo.

Ira1 impedisce l'animo che non possa conoscere il vero.

QueUo che tu biasimi, guarda che tu nol faccia; che sozza cosa è all'ammaestratore riprendere se medesimo.

Di’ lo tuo segreto al tuo leale compagno, e la tua infermità a uno leale medico.

Chi guasta le sue cose, domanda l'altrui quando non v’ha più che guastare.

Lo savio acquista amici in parlando, e la grazia dello folle basta poco.

Colui è prossimano a Dio, che sa tacere colla ragione.

Non raccordare le male parole della lite ch’è trapassata.

Non lodare l’amico infino che non l’hai provato.

Aver taciuto non nuoce ad alcuno, ma aver parlato sì.

Conciosia cosa che tu viva dirittamente,2 non ti curare delle parole dei rei uomini.

Acquistare amici per ragione è più utile che uno regno.

Guarda la cosa tua.

La prima virtù credo che sia constrignere la lingua.

A nullo3 si concorderà colui, che si discorderà con seco medesimo.

Note

  1. Il T.P. L'ira.
  2. Il T.P. drittamente.
  3. Il Ms. A nulla.