Libro de' Vizî e delle virtudi/Capitolo VII

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Aperto e mostrato la Filosofia come Dio onnipotente si partio da Adamo e da Eva quando gli ebbe tratti di paradiso e posti in su la terra nel mondo, e le maledizioni che diede loro nel suo partimento, disse: - Credi tu forse che le dette maledizioni toccassero solamente Adamo ed Eva per lo peccato ch’avieno fatto? Non vo’ che sia di tua credenza; anzi toccaro bene i loro discendenti; e però si dice nella Bibbia: "I padri nostri manicaro l’uve acerbe, e’ denti de’ figliuoli ne sono allegati". E veggendo Dio che per le dette cose si ricomperava il peccato, e andavane l’uomo in paradiso se pazientemente le sostenesse; e vogliendo che l’uomo in pace le portasse, acciò che venisse al detto benificio, de la sua persona medesima ne diede esemplo, che, faccendosi omo e vegnendo nel mondo, tutte le dette pene ne la sua persona in pace sofferse; e però dice l’Apostolo: "Con ciò sia cosa che Cristo abbia portata e sofferta molta pena ne la sua carne, e voi v’apparecchiate di simigliante pensiere". Chi fu anche verage figliuolo di Dio, che per questa via non passasse? Pensa d’Abel, che fu il primaio giusto del mondo, come fue morto da Caino suo fratello. Pensa de’ profeti e delli apostoli e de’ martiri, come furono straziati e tormentati. Vedi santo Paulo, che fue cosí amato da Dio; di se medesimo favellando disse: "Chi è quelli ch’abbia in questo mondo sofferte pene e tribulazioni, e io no?"; e quando ha contate molte tribulazioni e angosce ch’avea sofferte in questo mondo, in terra e in acqua, sí torna alle pene della sua carne e dice: "Dato è a me lo stimolo de la carne mia, l’angelo Satanasso che mi offenda. Però adorai tre volte a Dio che lo sceverasse da me, per li gravi tormenti che sentia; e Dio mi disse: Basti a te, Paulo, la grazia mia". Or non ti ricorda de l’Apostolo, che dice: "Color che pietosamente voglior vivere in Cristo, bisogno fa che siano perseguitati e molestati"? - Se questa è dunque la via di buoni, non vuole esser buono chi de le tribulazioni del mondo non vuol sentire. Perché secondo che si dilunga da la bontà e dal ben fare colui che disdegna i gastigamenti che fatti li sono, e hae in odio colui che ’l gastiga, cosí non puote esser buono chi le tribulazioni del mondo e i pericoli non soffera in pace, ma se ne cruccia e lamenta contra Dio: perché le tribulazioni e l’angosce del mondo sono i gastigamenti di Dio, e allora dé pensar l’uomo che Dio l’ami, quando di tribulazioni da lui è visitato e tormentato. E però disse san Paolo: "Figliuol mio, non avere in negligenzia la disciplina e i gastigamenti di Dio, imperò che cui egli riceve per figliuolo, sí ’l gastiga, e gastigando sí ’l fiagella e, tormenta" e poi conchiude e dice: " Se tu se’ fuori de’ suoi gastigamenti, di quali sono partefici tutti i figliuoli, dunque non se’ tu legittimo figliuol di Dio, ma bastardo". Chi vuol dunque esser verace figliuol di Dio, porti in pace le pene e le tribulazioni del mondo, i quali sono i suoi gastigamenti, e laonde coloro cui egli riceve per figliuoli sono gastigati: pensando che se sarà compagno di Dio nelle passioni, sarà suo compagno nelle consolazioni.