Libro de' Vizî e delle virtudi/Capitolo LXXVI

Del consiglio che dà la Filosofia al fattore dell'opera; e come fue ricevuto per fedele.

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Del consiglio che dà la Filosofia al fattore dell'opera; e come fue ricevuto per fedele.
Capitolo LXXV


Compiuto di dire le dette parole, la Filosofia cominciò a pensare; e quando fue stata una pezza, disse: - Figliuol mio, tre sono le potenzie dell’anima in questo mondo, cioè lavorare, imaginare, desiderare. Per la potenzia ch’è nell’anima del lavorare, sempre mai in questo mondo lavora e non può stare oziosa; per la potenzia ch’è nell’anima dello imaginare, sempre mai in questo mondo vuole imparare, e di ciò non si sazia; per la potenzia ch’è nell’anima del desiderare, sempre mai desidera stando nel mondo, e non adempie i suoi desiderî. Dunque, se l’anima dell’uomo è data naturalmente in questo mondo a queste tre cose, e fuggire no·lle puote, perché sono in lei naturali, qual è meglio tra che lavori a Dio o al mondo, con ciò sia cosa che ’l lavorio che si fa a Dio sia con frutto, e quel che si fa al mondo sia sanza frutto per innanzi? Del quale lavorio fa menzione san Giovanni, quando dice: "Beati que’ morti che muoiono a Dio perch’oggimai dice allo spirito che si riposi de le fatiche sue, e da le sue opere sarà seguitato". E qual è meglio tra che appari la sapienzia di Dio o quella del mondo, con ciò sia cosa che quella di Dio sia di verità e dirizzi l’uomo a verace conoscimento de le cose, e quella del mondo sia di vanitadi e bugie, e conduca l’uomo in grandissimi errori? Della quale fa menzione il Salterio, quando dice: "Figliuoli degli uomini, perché siete voi di cosí vano cuore, perché desiderate voi le vanitadi e andate caendo le bugie?"; e appella il savere delle cose mondane vanità e bugia. E qual è meglio tra desiderare i beni celestiali o quelli del mondo, con ciò sia cosa che i celestiali siano stabili e fermi e adempiano i desiderî dell’uomo, e que’ del mondo siano fallaci e a termine dati, e’ desiderî dell’uomo non possan compiere? Certamente ti dico che non è aguaglio dall’uno lavorio a l’altro, dall’uno apparare all’altro, dall’un desiderare all’altro. E per le Virtù si lavora a Dio e s’appara la sapienzia di Dio e desideransi le cose celestiali. - Onde, da che m’hai chiesto consiglio, e io il ti do volontieri, e consiglioti per la fede, onde m’hai scongiurato, che incontanente ti facci fedele de le Virtù ed entri di lor compagnia e prometti d’oservare i loro ammonimenti, e compî quello per che tu se’ venuto. E non ti sbigottire né abbi paura perché ti paiano ora duri i loro ammonimenti, perché molte cose paiono agre nel cominciamento, che sono molto agevoli a seguitare e compiere: e quest’è una di quelle. E però dice Dio nel Vangelio alle genti: "O voi che lavorate e affaticati siete (intendi de le cose del mondo), venite a me e io vi sazierò; e sappiate che ’l mio giogo è soave e l’incarico mio sí è lieve" -. E quando ebbe cosí detto, sí mi pigliò per la mano, perché s’accorse che io dubitava e non era d’animo fermo; e menommi dinanzi alle Virtù e disse: - Ecco l’uomo, che s’è accordato al postutto d’esser vostro fedele e d’intrare di vostra compagnia e osservare i vostri ammonimenti fedelmente. E le Virtù, vogliendo le dette cose di mia bocca sapere, dissero: - Vuo’ tu, figliuolo, diventare nostro fedele? - Ed io, ch’era già rassicurato per li buoni conforti che la Filosofia m’avea dati, dissi: - Sí voglio molto volontieri -. Ed elle dissero: - E vuo’ promettere d’osservare i nostri ammonimenti? - E io dissi: - Sí prometto co l’aiuto e a la speranza di Dio -. Ed elle allotta sí mi benedissero e segnaronmi ciascuna per sé, e dissero: - E noi t’amettiamo per fedele e compagno; e fedelmente ti serviremo, e promettiamo in questo mondo di darti la grazia delle genti, e nell’altro paradiso e ’l regno di Cielo: nel quale luogo ti farai glorioso e beato e partefice co li angeli della gloria e della beatitudine di Dio onnipotente. E dacché m’ebbero benedetto e segnato e ricevuto per fedele, scrissero BONO GIAMBONI nella matricola loro, secondo che la Filosofia disse ch’io era chiamato.


Note

1 - goliati: sinonimo di desiderati, parola abbastanza comune nei rimatori del Due-Trecento.
2 - raddoppiano: raddoppiano: tipica desinenza fiorentina alla terza persona plurale dei presenti indicativo e congiuntivo.
3 - ismagato: smarrimento d’animo
4 - sediora: seggi
5 - ei: ebbi.
6 - ebbe: ci furono.
7 - Dentro a la chiusura, ecc.: l’immagine della mente come un castello, e delle attività spirituali come i vari settori del castello, è abbastanza comune: v. Isidoro, Sent. I, xiii (in P. L. 83, 564), Alano da Lilla, De planctu Nat. (in P. L. 210, 444), Somma (Pater), P. 36; e cfr. Brunetto, Tesoro 1, xv: l’anima (...) è assisa nella mastra fortezza del capo Per ciò dicono li savi, che ’l capo, ch’è magione dell’anima, ha tre celle, una dinanzi per imprendere, l’altra nel’ mezzo per conoscere, e la terza drieto per memoria; lo stesso dice Brunetto nel Tesoretto (in Poeti Duecento) vv. 749-762.
8 - acontare: incontrarsi e diventare amici (da Comitare derivato da comes)
9 - riavere lo spirito: riprendere fiato.
10 - rangola: cura.
11 - onde: orbene.
12 - valletto: parola di origine francese dal significato di garzone, paggio; in questo caso significa giovinetto.
13 - da teneretto: dall’infanzia, dalla più tenera età.
14 - dealisi: gli si dia: si dà a colui che viene bettezzato lo Spirito Santo.
15 - v’arose: vi aggiunse: termine giuridico cancelleresco.
16 - però ha sciampiato il ninferno il seno suo: perciò l’inferno ha aperto le sue porte.
17 - il glorioso del Segnore: "Il Signore che è glorioso".
18 - rechilo a sua natura: "lo renda simile a sé, portandolo all’incandescenza".
19 - contumacia: insubordinazione.
20 - presunzione: si verifica quando ci si appropria dei meriti altrui.
21 - ditraimento: usato solo da Bono Giamboni; significa detrazione.
22 - li altru’ beni in altra guisa travolge: le altrui altrui caratteristiche positive capovolge mettendole in cattiva luce.
23 - maltrovamento: calunnia (altro neologismo giamboniano).
24 - inviziata: malevolenza d’animo non ancora divenuta vizio o al contrario (più probabilmente) divenuta vizio, e quindi peccato perchè ormai inestirpabile.
25 - tristizia: o accidia, secondo i trattatisti medievali.
26 - oltre la sorte: "al di là di quanto concesso dal proprio destino.
27 - La definizione di Non esser modesto manca in tutti i mss, come pure nel Trattato. Forse l’elenco del comma 3 rappresenta un programma poi dimenticato da Bono.
28 - putta: puttana.
29 - guastatore: dissipatore (il contrario di avaro).
30 - longanimità: attesa fiduciosa.
31 - onde ragion non si può assegnare: per cui non si può dare una spiegazione razionale.
32 - sicurtà: "assume qui un valore diverso da quello comune, attestato a XXXIV, ii. Essa corrisponde, forse attraverso errori di trascrizione o di lettura, alla severitas di Albertano".
33 - cosa d’aversità o di dispetto: "cosa sgradevole o fastidiosa".
34 - Assettate: "ordinate a battaglia", mettere in assetto di battaglia: è un termine tecnico militare.
35 - avegna che per ciascuna di loro fossero me’ dette e píú saviamente che per me: "sebbene da ciascuna di loro esse sarebbero state dette meglio e piú saviamente che da me".
36 - dipo: dopo
37 - sceverò: separò allontanandosi.
38 - Resie: Eresie.
39 - provedere: osservare.
40 - l’oste: l’esercito.
41 - se solo la vita vuol perdonare a’ Giuderi: se solo la vita vuol risparmiare ai Giudei.
42 - diliberamente: prontamente (dall’antico francese delivrement)
43 - Paterini: da Patari, "cenciaiuoli", a Milano, dove sorse il movimento.
44 - Gazzeri: o Catari, dal greco "cajaroié" "puri".
45 - Leoniste: Leonisti, o Poveri di Lione, seguaci di Pietro Valdo.
46 - Arnaldisti: discepoli di Arnaldo da Brescia.
47 - Speroniste: seguaci del vescovo cataro Sperone.
48 - Circoncisi: valdesi che rinnovarono la consuetudine semitica della circoncisione.
49 - e catuna è dal suo prelato nominata: è vero solo per gli arnaldisti e gli Speronisti, che prendono il nome dal loro fondatore.
50 - perdente non fosse: non subisse la perdita
51 - Mamone:divinità siriaca divenuta, attraverso la citazione evangelica una personificazione dell’avidità.
52 - ch’è sovra: che sovrintende a...
53 - retà: reità, malvagità.
54 - Alcoran: Corano
55 - femmina corrotta: che ha avuto contatto con l’uomo: evidente contrapposizione di Maometto, la cui madre rimase incinta per mezzo del contatto fisico con un uomo, con Gesù, la cui madre rimase incinta senza aver avuto contatto con un uomo.
56 - rinchiedesse: chiamasse in aiuto
57 - tutti fuor quali morti di ferro: quasi tutti furonouccisi col ferro.
58 - traffelò: venne meno per lo sforzo.
59 - ghiove di terra: zolle di terra
60 - brolli: nudi.
61 - rumina e cerca: medita ed esamina.
62 - stoscio: caduta.
63 - in mala parte: "ingiustamente", (non registrato nei dizionari).
64 - convertiallo: lo destinavano.
65 - è ammannata gran tempo di durare: minaccia di duare per molto tempo.
66 - ha di Roma fatto suo capo: ha posto la sua sede in Roma
67 - al tempo chente porranno tra loro: al tempo che stabiliranno tra loro.
68 - andarle caendo: andarle cercando (caendo è usato solo al gerundio insieme con andare.
69 - verage: veraci, vere.
70 - Allor tolse la canna e disegnolli in presenzia di maestri: Allora prese una canna e fece per terra il disegno delle due costruzioni in presenzia di maestri, di esperti in costruzioni.
71 - terza: in primavera l’ora terza corrispondeva all’ora tra le sette e le otto (ricordiamo che la corrispondenza delle ore fino alla fine del medioevo con le ore moderne dipendeva strettamente dalle stagioni.
72 - guerie tosto della sua malatia: e preto guarí della sua malattia.
73 - si sceveraro: si radunarono da una parte a consiglio.
74 - e voi ne gittate queste zare: e voi vi mostrate ingrati.
75 - repetato: incolpato.
76 - chiave. simbolicamente rappresenta l’insegnamento; qui vale anche per "principi" "regole" "norme"
77 - faratti intendere ciascuna di suoi: ciascuna virtù ti farà intendere e capire le sue regole
78 - aleggere: scegliere.
79 - longanimità: capacità di aspettare l’aiuto divino anche per lungo tempo, senza sconforti nè rincrescimenti