Libretto personale Regio Esercito Italiano/Marce

Marce

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Fumo Doveri in marcia

Nell marce conviene osservare le seguenti prescrizioni igieniche: avere la borraccia piena d’acqua di buona qualità, alla quale sarà ottima cosa, quando si possa, mescolare caffè, vino od aceto. Non mangiar frutta acerba o altri cibi nocivi; nè bere liquori spiritosi, anche nelle giornate fredde. Quando si è in traspirazione, per quanta sete si possa avere, bisogna limitarsi a risciacquare la bocca inghiottendo dell’acqua a piccoli sorsi o a intervalli. Anche dopo riposato non conviene berne nè troppa quantità, nè troppo fredda. E’ un errore continuare a bere finchè non si senta dissetato, perchè l’acqua mette un certo tempo a produrre dopo la sua ingestione, la sensazione della sete appagata.

Se durante una marcia si sente la bocca arsa e non si ha acqua da bere, o si vuole giustamente evitare di bere troppo, si tenga in bocca una pagliuzza, un fuscello; la sete sarà cosi momentaneamente calmata.

Trovendosi in sudore e riscaldato da lunga marcia o da altra fatica, non sbottonarsi subito e tuto ad un tratto le vestimenta, nè scoprirsi il capo, salvo il tempo per asciugare il sudore, nè star fermi senza cambiarsi, nè esporsi alle correnti d’aria, nè lavarsi con acqua fredda; astenersi insomma da tutto ciò che espone a repentina soppressione della traspirazione; curare particolarmente i piedi, ripulirli e lavarli dal sudore e dalla polvere; ciò, ben inteso, dopo un certo riposo e dopo cessata la traspirazione; sarà anche utile di ungersi i piedi di sego o di quelle polveri medicinali che saranno prescritte dal medico, specialemente dove siavi pericolo di escoriazioni.

Quando il soldato siasi di molto impolverato nella marcia o nell’esercitazione, giunto alla tappa, ovvero ritornato in caserma, bisogni si netti gli occhi dalla polvere, che può essere causa d’irritazione o d’oftalmina, col mezzo di leggere aspersioni d’acqua, e sarà pur bene si lavi leggermente la faccia e la bocca.

Non trasgredendo a nessuna di queste massime, il soldato potrà conservarsi sano e forte, e ritornare a casa sua, in seno alla propria famiglia, fatto anche più robusto, soddisfatto e superbo dell’opera compiuta, di avere cioè contribuito alla gloria ed alla grandezza della Patria.