Giuseppe Gioachino Belli

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Er mercato de piazza Navona Er ver'amore
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LI STUDI

     Cipicchio, er Correttor1 der Zeminario,
’Ggniquarvorta me trova, m’aripete:
“Fijjo, in qualunque stato che vvoi sete
L’imparà cquarche ccosa è nnescessario.„

     Pe’ ste raggione io mó studio er lunario,
E cciò2 imparato ggià cche le pianete
C’ha ssu la panza e ssu la schina er prete,
Nun ze pò dîlle3 un zemprisce4 vestiario.

     Trovo a bbon conto in ner lunario mio
Scerti5 pianeti: e nnun zaranno fiaschi
C’abbi abbottati in paradiso Iddio.

     Quann’è accusì, da sti pianeti maschi
E ste pianete femmine, dich’io,
Quarche ccosa bbisoggna che ne naschi.

21 marzo 1834

Note

  1. Colui che amministra le sferzate agli scuolai.
  2. Ci ho.
  3. Non si può dirle.
  4. Un semplice.
  5. Certi.