Li sordati de 'na vorta

Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura Li sordati de 'na vorta Intestazione 24 agosto 2024 100% Da definire

Li sordati d'adesso A mmi' mojje ch'è nnata oggi, e sse chiama come che la Madonna
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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LI SORDATI DE ’NA VORTA.

     Disce che ssott’a Ppapa Ganganelli,
E ppuro sott’a un po’ dde Papa Bbraschi,
Chi a sto paese aveva fijji maschi
Sapeva cuer che ffà ppe’ mmantenelli.

     C’ereno li vacabbili,1 e cco’ cquelli
Tanti tibbi commissi2 e mmagnoraschi:3
E lle truppe, ortr’a un monno de ricaschi,4
Montaveno la guardia co’ l’ombrelli.

     Li sordati a cquer tempo pe’ annà in marcia
Ciavéveno5 tammurro e cciufoletto,
E ppe’ stàFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte in fila un gran zegno de carcia.6

     E ssi mmai c’era risico de pioggia,
Er capo-bbattajjone cór giacchetto7
L’annava a ccommannà ssu da la loggia.

Roma, 20 febbraio 1832.

  1. [Da un articolo pubblicato nel Cimento di Torino (anno 1855, vol. VI, pag. 214 e segg.) tolgo queste curiose notizie intorno ai vacabili: “Quando i Pontefici ne’ secoli decorsi aveano bisogno di pecunia (vale a dire bene spesso), vendevano alcuni offici, i quali o erano già in uso nella curia romana, oppure s’inventavano creandoli ad hoc. Emolumenti o stipendi di questi offici erano pubbliche gabelle già esistenti o nuove, oppure rendite eventuali della Dateria Apostolica. Era in sostanza ciò che sotto l’antica monarchia francese denominavasi vénalité des charges, colla aggiunta della Dateria che percepiva rendite eventuali. Quegli offici componevansi di uno o più collegi; si compravano sotto il proprio e sotto l’altrui nome; ritornavano alla Camera (tesoro) se rimanevano vacanti; vacanti rimanevano se il titolare prima del 62 anno di sua età nominato non avesse il suo successore. Quindi i nomi di Vacabili agli offici, di Vacabilisti ai titolari. — Ma la Spagna nel 1753 volle esimersi dal tributo che pagava alla Dateria Apostolica, e in virtù di un Concordato lo ottenne mediante lo sborso di sc. 1,153,133 che essa fe’ in tante verghe d’argento e pezze peruviane e messicane. — A que’ Vacabilisti poi che aveano comprate le rendite eventuali della Dateria che venivano dalla Spagna, i Pontefici assegnarono per correspettivo non già una congrua somma di pezze peruviane, ma bensì Luoghi di monte, cioè tante cartelle di rendite del debito pubblico d’allora. Simile metodo di ritirare a sè il danaro che spetta ai sudditi, risarcendoli poi co’ danari del pubblico, si usò più volte e recentemente quando nel 1818 Luigi XVIII dovè assegnare rendite di franchi 250 000 sul gran libro ai creditori pontifici della Francia. — All’epoca perciò del primo ingresso de’ Francesi in Roma al cadere dello scorso secolo, v’erano ivi Vacabilisti cangiati in reddituari (rentiers), e Vacabilisti veri. Il governo francese nel 1811 ordinò che tutti i debiti dello Stato pontificio venissero liquidati e fossero ricomprati dall’erario, sotto certo condizioni però, condizioni che non erano ancora da tutti i creditori state accettate allorchè Pio VII ritornava. Questo Pontefice con Motu-proprio 6 luglio 1816 riconobbe valida la ricompra fatta dall’erario dei Vacabili per una somma che nei Consuntivi figura come entrata, perchè le rendite invece che dai Vacabilisti sono ora percepite dal tesoro (nel Consuntivo 1851 figurano per sc. 102,850. 35. 5, pag. 75): e riconobbe come debito dello Stato i vacabili non liquidati, i quali si registrano tra le spese del Debito Pubblico. — Giova avvertire che tali spiegazioni, non che l’elenco de’ Vacabilisti...., pervennero alla Giunta della Camera dei Deputati nel 1848, epoca in cui il nascondere la verità era difficile esser potendo pericoloso; altrimenti, nè da Documenti officiali, nè dai Rapporti de’ Ministri, nè dalle informazioni degl’impiegati sarebbe stato possibile venire ad alcuna conclusione; sono penetrali a cui vien negato pertinacemente l’ingresso.

    ELENCO DE’ VACABILISTI INSCRITTI AL DEBITO PUBBLICO (Passività).

    Collegio degli Scrittori apostolici, per annui scudi 1 053,18
    Id. degli Abbruciatori di maggiore o minor presidenza 690,30
    Id. degli Annatisti 445,45
    Id. de’ Cubiculari 397,68
    Id. de’ Registratori di suppliche 192,24
    Id. del Piombo di Cancelleria 1 982,24
    Id. de’ Prelati abbruciatori di Cancelleria 135,00
    Id. de’ Sostituti de’ Prelati abbruciatori 153,92
    Al Notaio di Cancelleria 41,40
    Al Sostituito Sommista 12,60
    Cavalierato di S. Pietro 19 299,24
    Cavalierato di S. Paolo 7 591,68
    Cavalierato Pio 11 323,80
    Cavalierato del Giglio 6 336,00
    Cubiculari apostolici 4 649,82
    Porzionari di Ripa 7 486,08
    Presidenti di Annona 3 270,48
    Protonotari apostolici 1584,00
    Correttori e Scrittori d’Archivio 2 421,00
    Detti in sostituzione 237,00
    Scudieri apostolici 5752,86
    Totali scudi 75 055,97

    Che cosa sieno gli gli Annatisti, i Cubiculari apostolici e i non apostolici, i tanti Abbruciatori di maggiore o minore presidenza e Prelati Sostituti; il perchè lo Stato debba pagare i Registratori di suppliche, il piombo di Cancelleria, i Porzionari di Ripa (sul Tevere a Roma), i Presidenti di Annona (Roma: ivi v’è ancora l’Annona!), gli Scrittori e i Correttori d’Archivio; chi abbia veduto i Cavalieri di S. Pietro, di S. Paolo, del Giglio (che in Francia ove surse venne abolito nel 1816), noi non sappiamo nè conosciamo: abbiamo copiato letteralmente l’elenco. Solo diremo ora, e proveremo in séguito, che sotto questi vieti nomi si ascondono moderni abusi, e che sonvi indizi del continuarsi l’assurdo sistema della venalità degli offici anche al presente, mentre che in luogo del vedersi diminuita la cifra totale dal 48 in poi, come almeno per morti Cavalieri del Giglio ecc. succeder dovrebbe, sappiamo che essa nel Preventivo 1852 era salita a scudi 75 482,58.„]

  2. Fideicommissi. [Fa ridere, perchè in romanesco si può chiamar tibbi tutto ciò che è grandemente dannoso.]
  3. Maggioraschi. [E anche questo fa ridere, perchè ravvicinato a magnà, mangiare.]
  4. Vantaggi, incerti.
  5. Ci avevano.
  6. Calce
  7. [Col servitore, per ogni buon fine! — Giacchetto è appunto un ragazzo che fa da servitore o da groom. Nè mi par probabile che qui il vocabolo sia usato nell’altro senso di “giacchetta corta„ o “tunica,„ nel qual caso la frase cór giacchetto vorrebbe dire: “in divisa.„]