Li connimenti
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837
LI CONNIMENTI.1
Sì, è bbona la cuscina2 co’ lo strutto;
Anzi lo strutto er barbiere3 m’ha ddetto
Ch’è un connimento che ffa bbene ar petto,
Come fa er pepe ch’arifresca tutto.4
S’addatta a li grostini cór presciutto...
Ar pollame..., a l’arrosto de lommetto5...
A lo stufato..., all’ummido..., ar guazzetto...;
Ma addoprallo in ner fritto è un uso bbrutto.
Vòi frigge6 er pessce co’ lo strutto?! Eh zzitto.
Er pessce fritto in nell’òjjo va ccotto:
L’òjjo è la morte sua p’er pessce fritto.7
Che mmaggnà da stroppiati!8 io ne so’ mmatto.
E gguarda er Papa, che davero è jjótto:9
Ce se lecca li bbaffi com’un gatto.
12 marzo 1837.
Note
- ↑ Condimenti.
- ↑ Cucina.
- ↑ [I barbieri allora facevano anche da flebotomi, ed erano tutti infarinati d’una certa coltura; sicchè il volgo li teneva per oracoli, specialmente in fatto di medicina.
- ↑ [Che il pepe rinfreschi, lo credono anche moltissimi delle classi sivili. Ma in che consista questo rinfrescare non se lo son mai domandato.]
- ↑ Lombetto: taglio di carne dalla parte lombare de’ piccoli quadrupedi.
- ↑ Vuoi friggere, ecc.
- ↑ [È la su’ morte, direbbero anche a Firenze, per dire che “non si può cucinare in modo migliore.„]
- ↑ Che mangiare delizioso!
- ↑ Ghiotto.