Li Croscifissi der venardí-ssanto

Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura Li Croscifissi der venardí-ssanto Intestazione 7 novembre 2022 75% Da definire

Le parte der Monno Le funzione de la sittimana-santa
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LI CROSCIFISSI DER VENARDÍ-SSANTO

     Seggna:1 uno er Croscifisso a Ssan Marcello,2
Dua quello de li Padri Passionisti,
Tre er Cristo der Gesù:3 poi doppo ho vvisti
Li dua der Pianto4 e dder Zarvatorello,5

     Che ffanno scinque: eppoi la Morte,6 e cquello
Der Culiseo.7 Dunqu’io, tra bboni e ttristi,
Ho vvisitato sette Ggesucristi:8
Er conto è cchiaro pe’ cchi ttiè ccervello.

     Eppoi, guarda: io sò usscito co’ un carlino:9
A oggni Croscifisso j’ho bbuttato
Un bajocco in ner zolito piattino:

     E mmó ddrent’in zaccoccia m’è arrestato
Mezzo bbajocco,... ebbè, ssor chiacchierino,
Quanti Nostrisiggnori ho vvisitato?

28 marzo 1834

Note

  1. Conta.
  2. Chiesa de’ Servi di Maria, chiamati per altro i PP. Serviti, che è alquanto diverso da servi.
  3. Chiesa-madre della Compagnia abolita da Clemente XIV.
  4. Chiesa quasi a contatto col Ghetto degli Ebrei, dove accade annualmente la famosa disputa della dottrinella del Bellarmino, e si elegge l’Imperatore della dottrina cristiana. Questo Monarca chiede per lo più al suo cugino il Papa pane e vino per tutta la vita. [La disputa si faceva e si fa tuttora tra quei giovinetti delle varie parrocchie, che i rispettivi parrochi abbiano reputato più capaci di sostenerla. Il vincitore, che vien desiguato ed acclamato col pomposo nome d’Imperatore della Dottrina Cristiana, è poi, dopo qualche giorno, condotto dal Papa, al quale ha diritto di domandare una grazia; e ordinariamente gli domanda un impiego, un sussidio, o altra cosa simile. Nel 1702, conducendosi in trionfo per le strade il piccolo imperatore, accadde un caso curioso. Quel giorno (una domenica di luglio) "a Piazza Navona c’era il divertimento del lago artificiale, al quale erano stati invitati nelle loggie del Palazzo Panfili, la regina Casimira di Polonia, e il cardinale Toussaint de Fourbin, ambasciatore straordinario di Francia presso la Santa Sede. Ora avvenne che il cardinale, al passaggio sotto la sua loggia della turba de’ ragazzi, udendo gridare: Viva l’Imperatore! Viva V Imperatore!, credesse che quelle grida fossero emesse in sfregio suo e del suo sovrano da gente che parteggiasse per l’Imperatore d’Austria, il quale era allora in guerra con la Francia. Talchè ci volle del bello e del buono a persuaderlo, che non si trattava di altro imperatore che di quello della dottrina cristiana.„ Giovagnoli, Passeggiate Romane; Milano, 1879; pag. 55.]
  5. Chiesuola aderente al Palazzo della Polizia.
  6. Chiesa di S. Maria dell’orazione e morte di Roma (Dio guardi). È uficiata dalla Archiconfraternita che cerca i morti per le campagne, e dà loro sepoltura onde possano passare la barca dell’altro mondo.
  7. Nel Colosseo esiste una Via-Crucis e un gran Cristo-in-croce, venerato un una cappelletta a cui è addetto un romito, che talora non passa pel miglior galantuomo di questo mondo. Fu detto a un buon computista: “Madamigella Garnerin medita un volo aerostatica dal Colosseo, che ristaurerà se ne ottiene licenza. “Non è questa la difficoltà„, rispose il ragioniere; “ma la licenza non gliela daranno per rispetto della Santa Via-Crucis. [Con quest’uscita si allude evidentemente a una delle tante bestialità fatte dal Governo papale dopo la restaurazione del 1814, e che è così raccontata da un amico e collaboratore del cardinal Consalvi, l’avvocato Giuseppe Vera: "Quello però che la bile universale commosse fu l’ordine del rinterrimento del Coliseo. La superfice interna di questo superbo monumento... era stata scavata dal Governo Francese, ed erano state discoperte antiche ed interessanti costruzioni, le quali un abbondante pascolo avean somministrato alla curiosità degli stranieri, all’ingegno degli architetti, alle opinioni ed alle dispute dei dotti e degli antiquari. Non si comprende se per odio di tutto quello che era stato fatto dai Francesi, se per rapina, ignoranza o barbarie, se per ristabilire la devozione della Via Crucis,... e la cella d’un eremita divenuto il custode dell’Anfiteatro dei Flavi, si ordinò di riempiere questi scavi. Il pretesto miserabile fu preso da un rigagnolo d’acqua che scorreva fra le scoperte costruzioni, di cui s’ignorava l’origine e che ristagnava in uno degli ingressi dell’Anfiteatro, mentre i più famosi idraulici di Roma avevano stimato, con una consultazione scritta, che si sarebbe incanalata quell’acqua con poco più di quella spesa che il Governo patteggiò per il rinterrimento."Silvagni, Op. cit., vol. II, cap. XVI.]
  8. Dopo sette viene l’Indulgenza plenaria.
  9. Baiocchi sette e mezzo.