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Chiacchiere
La spugna

../La carta ../Il sughero IncludiIntestazione 26 novembre 2013 100% Letteratura

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La spugna.


Che cos’è la spugna, questa spugna colla quale si lava il viso ai bambini e il marmo dei nostri tavolini?

La spugna è un animale, forse la riunione di parecchi animaletti aggruppati gli uni agli altri: animaletti che i naturalisti designano col brutto nome di protozoi.

La spugna, ordinariamente, ha forma rotondeggiante: è bruna, leggera, elastica: e le sue fibre sottilissime, strettamente incrocicchiate fra loro, formano dei grandi e piccoli buchi chiamati pori.

La spugna sta in fondo alle acque, e più specialmente in quelle del Mediterraneo e del Mar rosso: ma si trova anche in certi fiumi. Cerca il [p. 155 modifica]luogo che meglio le conviene, vi si abbarbica e a poco a poco avvolge nel suo tessuto gli scogli, le piante e perfino gli animali che le sono vicini.

I buchi, o fori, o pori della spugna comunicano tra loro, e finchè l’animale è vivo, l’acqua vi circola liberamente e dà a questo il nutrimento necessario.

Verso gli ultimi di aprile o i primi di maggio, si staccano dalla cavità delle spugne alcuni ovicini, i quali vengono trasportati dalla corrente a ineguali distanze.

Queste uova, non appena hanno trovato il luogo adatto, vi aderiscono e gradatamente divengono spugne: La spugna viva è ricoperta da uno strato di sostanza muccosa, appiccicaticcia, che si corrompe e si stacca dall’animale, non appena questo viene staccato dal fondo dei mari.

Le spugne possono essere di varie grandezze: ve ne sono delle piccolissime e di quelle così enormi, il cui volume supera perfino un metro di diametro. E se ve ne sono di ogni grossezza, hanno anche forme svariatissime.

Le spugne che vivono nei fiumi sono poco resistenti e non vengono adoperate in alcun uso: e poichè la pesca più abbondante di questi animali si fa, come vi ho detto, nelle tepide acque del Mar rosso e del Mediterraneo, così i pescatori di spugne sono quasi tutti Greci, Arabi e Messicani.

[p. 156 modifica]Le spugne si possono pescare in due modi: nel primo, gli uomini adatti a ciò, si tuffano sott’acqua, armati d’un grosso coltello, col quale tagliano le spugne aderenti agli scogli: il secondo sistema consiste nel lanciare su questi animali una specie d’uncino che vi si attacca e le strappa.

Ma questo secondo modo ha l’inconveniente di lacerar le spugne, le quali hanno allora un valore molto più piccolo di quelle pescate per mezzo dell’immersione.

Le belle spugne sono reputatissime in commercio e il loro prezzo giunge perfino a cento e centocinquanta lire il chilogrammo.

L’uso delle spugne, uso che rimonta alla più remota antichità, è oggi così comune, che i pescatori devastano, per soddisfarlo, il fondo dei mari.

E pensare che vi sono molti bambini di mia conoscenza i quali non solo hanno un sacro orrore della spugna, ma anche del.... (lo devo dire?) del sapone!