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Chiacchiere
Il sapone

../Il tabacco ../Il carbone IncludiIntestazione 26 novembre 2013 100% Letteratura

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Il sapone.


C’è qualcosa che sia più utile del sapone? La nettezza è certo la prima, la più importante fra le eleganze: e a chi la dobbiamo, se non al sapone? Guardate il fabbro che batte il martello sull’incudine, il legnaiuolo che sega le sue assi: il compositore che riproduce le parole d’un manoscritto con dei caratterini di metallo, tinti d’inchiostro: tutti questi bravi operai hanno il viso e le mani annerite: il fumo, la polvere hanno macchiato i loro abiti e la loro biancheria: e se gli utili lavori ai quali si dedicano non ce li facessero cari, ci parrebbero molto brutti.

[p. 170 modifica] Ma quando la giornata è finita, e ogni operaio sta per tornare alla sua casetta, dov’è aspettato dalla moglie e dai figliuoli, allora il fabbro mette da parte il martello, il legnaiuolo la pialla, il compositore i caratteri, e ciascuno va in un canto della bottega, dov’è una fontana o una gran catinella d’acqua. Sotto la catinella, o accanto, c’è un pezzo di sapone.

L’operaio si bagna le mani e il viso: se li stropiccia col sapone, che sdrucciola, scorre, scivola e fa una bella spuma: quand’è bene insaponato, tuffa viso e mani nella catinella e si risciacqua con forza... Alza il viso... non è più riconoscibile! La pelle è ritornata bianca, pulita, senza traccie di fumo o di polvere: e una leggera spazzolata basta a ravviargli il capo arruffato.

La giacchetta ha sostituito la bluse: gl’inconvenienti del lavoro sono spariti per dar luogo al profitto e al piacere. L’operaio torna a casa, e la moglie e i bambini gli fanno festa e lo accarezzano. —

Certo lo avrebbero accarezzato anche col viso sudicio; ma forse con minor piacere. E anche la famiglia deve farsi trovar pulita e ravviata: i bambini specialmente, se vogliono riuscire accetti al babbo, devono avere adoprato molto sapone.

Il sapone è necessario ai ricchi come ai poveri, poichè a nulla gioverebbero i bei vestiti di [p. 171 modifica]casimirra e le calze di seta, se la camicia, il fazzoletto, le mani ed il viso fossero sudici: anzi, la ricercatezza del vestito metterebbe in maggior rilievo la sciatteria del resto.

E siccome il sapone è riconosciuto come il mezzo più facile per conservare la nettezza al nostro corpo e alle nostre robicciuole, così non è esagerazione il ritenerlo per una delle cose più utili.


Ma che cos’è questo sapone? Perchè ha la proprietà di render pulita la nostra pelle e la nostra roba?

Il sapone è una sostanza composta dall’industria: è un miscuglio di soda e di potassa con un’altra cosa, di cui vi parlerò or ora.

La soda e la potassa, che sono dei sali, si uniscono facilmente ai corpi grassi, e ogni qualvolta si trovano al contatto di qualche untuosità, l’assorbono così bene, vi si uniscono così intimamente, che basta fare sparire questi sali, perchè con essi sparisca il grassume che deturpava una data superficie.

Questo effetto si prova facilmente. La soda e la potassa vengono vendute dai farmacisti e il loro valore è minimo: si può dunque comprar queste sostanze, scioglierle nell’acqua e lavare in quell’acqua un pezzo di stoffa colorata, macchiata d’unto.

[p. 172 modifica] Ma c’è da notare che la soda e la potassa mangiano il colore e la povera stoffa perderebbe, oltre all’unto, anche le sue tinte smaglianti: poi, dacchè quelle due sostanze sono anche corrosive, lacerano i tessuti e rovinano la pelle.

Dunque? Dunque si pensò di unire la soda ad altre sostanze che ne neutralizzassero gl’inconvenienti, senza alterarne i vantaggi: queste sostanze sono olio o grasso: e da un tal miscuglio ha avuto origine il sapone.

Per fabbricare il sapone, si versa in grandi caldaie una quantità di soda sciolta nell’acqua: vi si aggiunge del grasso di montone, di altri animali e anche dell’olio: occorre poi che il fuoco sia talmente vivo da raggiungere i 100 gradi, i quali producono l’ebullizione.

A poco a poco la soda e il grasso si uniscono, si fondono insieme e formano come uno strato galleggiante sull’acqua. Quando il miscuglio è fatto, si vuota la caldaia sopra una gran tavola ad alti orli: l’acqua scola e il miscuglio di soda e di grasso rimasto sulla tavola, si raffredda, si condensa e diventa quel sapone, di cui tutte le persone pulite apprezzano l’utilità.

Quello fabbricato con la potassa non indurisce e resta sempre come una pasta molle. È quello che comunemente si chiama sapone tenero.

[p. 173 modifica] Il sapone col quale si lava la biancheria, vien detto sapone di Marsiglia, perchè è appunto in questa città che se ne fabbrica la maggior quantità. Questa sola città ne vende annualmente più di 70 milioni di chilogrammi, ciò che rappresenta, al prezzo con cui è venduto ai consumatori (circa L. 1,10 il chilogramma) un valore di 77 milioni di lire.

Il sapone bianco e le saponette sono fabbricate allo stesso modo: se non che per la loro fabbricazione vengono adoperati olii e grassi più fini: e sono resi più piacevoli da essenze odorose e da sostanze che immorbidiscono la pelle, come miele e sugo di lattuga: e per mezzo di stampe speciali si dà loro curiose e graziosissime forme. Infatti ci sono saponette che rappresentano mele, pesche, pesci, uccelli, scatole e perfino bambini.

Il sapone è un composto che data da moltissimo tempo. Gli antichi popoli d’Egitto e della Grecia lo adopravano: e in Italia, nelle rovine di Pompei, fu rinvenuta una fabbrica di sapone con tutti i suoi utensili e perfino con una provvista di sapone, atto ad esser venduto.

Da ciò possiamo constatare che la nettezza non è una moda, ma è stata sempre uno dei più imperiosi bisogni dell’uomo.

La nettezza è un dovere sociale quanto [p. 174 modifica]personale, ed è condizione principalissima di salute e di bellezza.