Lettere del conte N. N. ad una falsa divota/Lettera terza

Lettera terza

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Lettera seconda

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LETTERA TERZA

Io avrei non piccola occasione di dolermi di voi, mia fortunatissima Elisa. Voi mi avete lasciato quest’ordinario senza la dolcissima manna delle vostre lettere; onde sono rimasto quasi un’infelice contemplativa caduta in una deplorabile ariditá di spirito, o sorpresa da un’improvvisa sospensione del dono delle lagrime. Io era per darmi alla disperazione, se la marchesa Dorotea non m’avesse oggi mandato a mostrare una lettera, che voi le avete scritta, dalla quale ho rilevata la cagione per cui non avete scritto a me. I divoti esercizi, ne’ quali siete stata ritirata questi giorni passati, v’hanno, per quel ch’io credo, cosí dolcemente occupato lo spirito, che non vi è rimasto tempo di scrivere a molti, e forse avete voluto avere in questi giorni la lodevole avvertenza di non aver commerzio col sesso maschile né meno per via di lettere. Io vorrei essere stato un altro Clodio, non giá per entrare a profanar quel venerabile luogo occupato dal divoto sesso femminile; ma per due altri motivi. L’uno si è per udire quel grazioso padrino, che diceva cosí bene, e che in que’ suoi esami pratici delle ore pomeridiane sapeva cosí bene solleticare alcune piaghette di cuore che stavano sul rimarginarsi; di modo che, come voi scrivete alla marchesa, vi faceva quasi svenire per la spirituale dolcezza che voi ne sentivate. L’altro motivo piú forte si è per aver la spirituale consolazione di veder voi esercitar que’ fiori e quelle spiritose penitenzuole, di cui scrivete a lungo, e da cui, come voi dite pure, rimaneva edificata tutta quella tenera assemblea di giovani ed amabili penitenti. Ma, poiché non ho avuto il conforto né di ricever vostre lettere né di trovarmi con voi, supplirò com’io posso, scrivendovi ora io quello che il mio animo mi suggerisce sulla materia che abbiamo per le mani. Io m’immagino che voi avrete trovate ottime le ragioni, ch’io vi ho addotte nell’altra mia contro a quella prima classe di divozione, la quale è seguitata da alcuni [p. 24 modifica]pochi rigidi nemici di se medesimi, i quali non ardiscono neppure di lasciarsi vedere nel pubblico, e i quali vanno ognora piú scemando di numero. Spero che voi avrete trovate quelle mie ragioni molto consentanee alla natura dell’uomo in genere, e in ispezie a quella del vostro sesso. E spero ancora che non v’avranno cagionato niun tumulto nell’animo, e che, discese placidamente nel vostro cuore, avranno stabilita una lega offensiva e difensiva col vostro amor proprio. Ora io parlerò della seconda classe di divozione, la quale io credo la piú adatta al vostro temperamento ed alla maniera del vostro pensare. Io lascio di darvene una definizione, perché, oltre che per la sua eccellenza e per la varia complicazione delle sue parti non è cosí agevolmente definibile, che mestieri abbiam noi di definizione, trattandosi di cosa che ha a consistere nella semplice pratica? E che? credete voi però che ci vogliano di grandi cose per muovere una persona ad applicarsi a quella divozione, alla quale io veggo che, senz’attendere i miei precetti, voi vi siete di giá, fervorosissima Elisa mia? Ripassate per un momento dentro al vostro cuore, e voi vi troverete le sorgenti onde è nata la vostra divozione. Recipe per far diventare una femmina divota: due dramme di fragilitá umana, quattro dramme di paura di casa del diavolo, otto di vanitá...1

Note

  1. Il ms. non va più oltre [Ed.]