Lettera 98

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A Siena

San Matteo, 16 luglio 1633

Molto Illustre e Amatissimo Signor Padre.

Ho vista la lettera del signor Mario [Guiducci] con mia grandissima consolazione, avendo per mezzo d’essa compreso in quale stato V. S. si ritrovi quanto all’interna quiete dell’animo, e con questo anco il mio si sollieva e tranquilla in gran parte, ma non in tutto, mediante questa lontananza e l’incertezza del quando io deva rivederla: ed ecco quanto è pur vero che in cosa alcuna di questo mondo non può trovarsi vera quiete e contento.

Quando V. S. era a Roma, dicevo nel mio pensiero: se ho grazia ch’egli si parta di là e se ne venghi a Siena mi basta, potrò quasi dire che sia in casa sua. Ed ora non mi contento, ma sto bramando di riaverla qua più vicina. Orsù, benedetto sia il Signore che fino a qui ci ha fatto grazia così grande. Resta che procuriamo di esser grati di questa, per maggiormente disporlo e commuoverlo a concederne dell’altre per l’avvenire, come spero che farà per sua misericordia.

Intanto io principalmente fo grande stima di quest’una più che di tutte l’altre, la quale è la conservazione di V. S. con buona sanità in mezzo ai travagli che ha passati.

Non ho né tempo né occasione di scriver più a lungo per ora. Con l’occasione d’un’altra sua, che pur presto doverà comparirmi, scriverò più a lungo e gli darò ragguaglio minuto della casa.

La saluto in nome di tutte le solite e del signor Rondinelli tutto amorevole inverso di noi; e dal Signore Iddio gli prego consolazione.

figliuola Affezionatissima

S. M. Celeste.